Sconfinando

Enjoy the Silence


We live in an increasingly noisy society in which silence in a threatened phenomenon. Noise and silence are locked in conflict in contemporary existence, with noise pollution becoming a major problem of the developed world. [....] Yet silence has played a crucial role in human history in such key areas of activity as religion and the arts and its loss would seriously impoverish our lives. The ability to think, to reflect and to create are all to a significant degree dependent on our being able to access silence and quiet on a regular, and reasonably predictable, basis, as is sleep, an absolute necessity of existence... Inizia così il Manifesto for Silence di Stuart Sim. Il testo è reperibile anche online e credo proprio che proseguirò nella lettura. Interessanti i presupposti e interessante soprattutto l'eco che Sim sta raccogliendo sia in Gran Bretagna, dove il suo Manifesto è stato pubblicato, sia da noi, con una ripresa su Repubblica di oggi. Il rumore viene letto da Sim come un "elemento della guerra condotta dalle forze del progresso economico contro l'individuo". E se penso alla miriade di messaggi e sollecitazioni che tutti, indistintamente, riceviamo in ogni istante della nostra giornata mi spavento. Bombardamento, lo chiamiamo, segno che in qualche misura ne siamo consapevoli. Poi ci aggiungiamo un mediatico, che è un po' l'assoluzione che ci concediamo. Arriva dall'esterno. Non è cosa nostra. Senza riflettere su quanto siamo o vogliamo essere aperti, su quanto non possiamo o non sappiamo schermarci. Per questo mi piace quel tragitto da sola, in macchina, tornando dal lavoro. Mi piace quel momento, la sera, in cui si spegne tutto e ognuno regala pensieri a se stesso. Senza interferenze.[l'immagine l'ho trovata sul blog di briciolediluna, su splinder]