Sconfinando

Voyeur.ismi internettiani


Che il Web sia il luogo dove qualunque esibizionismo può trovare spazio è cosa ben più che risaputa. Che l'esibizionismo poi si mascheri nella più nobile foggia della condivisione è fatto altrettanto noto. Ma che qualcuno abbia voglia, tempo e desiderio di condividere con sconosciuti in imprevedibili punti del globo terracqueo il contenuto del suo frigorifero mi sembra per lo meno curioso.Ci pensavo l'altro giorno, mentre esaminavo il contenuto desolato del mio frigo, in attesa della spesa del sabato. Zero latte, zero uova, un grappolo smagrito di uva, mezzo salame, parmigiano, un vasetto di senape, delle alici e qualche oliva. Pomodori, quelli sì e delle carote scoraggiate. Mai e poi mai mi sarebbe venuto in mente di fotografare quel mezzo deserto. Men che meno di condividerlo su fridgewatcher.com, a beneficio di solitari navigatori che curiosano al ritmo di "siamo quello che mangiamo".Poi, ieri, il frigo si è riempito, previo congruo prelievo dal conto in banca. Ed è un trionfo di bottiglie di latte, uova, mele, pere, uva, carote convinte di esser tali e meravigliosi peperoni di tutti i colori. Il colpo d'occhio è carino devo dire. Il colpo al portafoglio un po' meno. Ma ho deciso: ai guardoni del web il mio frigo in pasto non lo dò. Ho detto. p.s. Attendo con ansia che qualcuno decida di dedicare un sito analogo ai cesti della biancheria. Sarebbe una bella consolazione, all'insegna del mal comune, forse, mezzo gaudio è.