Sconfinando

Dei gusti e del cuore


A Roma, a quanto pare, i bambini che frequentano le mense scolastiche sperimenteranno una volta al mese un piatto della cucina di un Paese lontano, dal Perù al Bangladesh, dalla Romania alla Polonia, passando per Marocco e Albania. Cucina etnica, dice qualcuno. Educazione al gusto, direi io. Da noi, che siamo un po’ più paesanotti, da due anni si sperimenta la cucina regionale. E devo dire che la pasta con le melanzane non mi sembra abbia avuto più successo del Biriani vegetale e lenticchie gialle con la curcuma di cui parla Repubblica. Personalmente sono più che favorevole a queste sperimentazioni e amen se qualcuno (qualcuno, pochi, tanti?) rimanderà indietro il piatto. Non sarà poi così diverso da quanto accade normalmente con piatti italianissimi ma mal cucinati e peggio serviti. In realtà, per quel che ho potuto sperimentare da mamma, couscous, cucina cinese e kebab hanno un gran successo tra i bambini. Per lo meno tra quelli che girano in casa mia. E tra mamme è un gran girare di ricette e di ingredienti segreti, non diversamente da quel che facevan le nonne col cacio e i fagioli. E poi c’è questa notizia, che ho ascoltato alla radio qualche tempo fa e di cui ho trovato riscontro online. A Savona, l’associazione Migrantes ha preparato un ricettario in dodici lingue destinato alle badanti. Vale a dire a quelle donne, immigrate dai più diversi Paesi, che si prendono cura degli anziani di famiglia. Un prontuario in inglese, spagnolo, francese, cinese, arabo, rumeno, ucraino, russo, polacco (me ne manca qualcuna, se non ricordo male si parlava anche di portoghese) per aiutarle a scegliere gli ingredienti giusti per i piatti giusti. Linguine al pesto incluse. In fondo, è anche questo un modo per imparare a volersi bene.