Sconfinando

Delle letture, la domenica mattina


Leggere Magris la domenica mattina è uno dei [miei] piccoli-grandi piaceri del fine settimana. La scorsa domenica un ritratto dai campi di concentramento, stamane l'editoriale del Corriere della Sera. Va bene, io sono di parte e la mia passione per il triestino non ho mai neppur cercato di nasconderla. Però questo testo è da leggere, a parer mio, e da tenere come spunto di riflessione non solo per quel che accade nel nostro Paese, ma anche per come ognuno di noi desidera davvero vivere. Basterebbe questo passaggio: [...]La cultura— anche cattolica — se è tale è sempre laica, così come la logica — di San Tommaso o di un pensatore ateo — non può non affidarsi a criteri di razionalità e la dimostrazione di un teorema, anche se fatta da un Santo della Chiesa, deve obbedire alle leggi della matematica e non al catechismo.Una visione religiosa può muovere l'animo a creare una società più giusta, ma il laico sa che essa non può certo tradursi immediatamente in articoli di legge, come vogliono gli aberranti fondamentalisti di ogni specie. Laico è chi conosce il rapporto ma soprattutto la differenza tra il quinto comandamento, che ingiunge di non ammazzare, e l'articolo del codice penale che punisce l'omicidio. Laico — lo diceva Norberto Bobbio, forse il più grande dei laici italiani — è chi si appassiona ai propri «valori caldi» (amore, amicizia, poesia, fede, generoso progetto politico) ma difende i «valori freddi» (la legge, la democrazia, le regole del gioco politico) che soli permettono a tutti di coltivare i propri valori caldi. [....]C'è poi un passaggio meraviglioso nella prolusione. Che con laicismo e clericalsimo non c'entra nulla. Ma con il vivere sociale si: [...]quando gli uomini parlano senza capirsi e credono di dire una cosa usando una parola che ne indica una opposta, nascono equivoci, talora drammatici sino alla violenza[...]