Sconfinando

Dei corsi e dei ri.corsi


Sono un paio di giorni che mi trovo ad applaudire, silenziosamente, Marco Pratellesi del Corriere della Sera. Un paio di giorni fa per il suo coraggio nel chiedere scusa e nell'ammettere uno sbaglio. Cosa rara, soprattutto perchè portata in evidenza sulla home page del sito del Corrierone invece che restare relegata nel recinto dei tenutari di blog.Ieri sera, invece, nelle parole di Pratellesi mi sono rivista come mamma e prima ancora come alunna. Mi ricordo la mia maestra delle elementari, formidabile donna, che vietava espressamente ai nostri genitori acquisti in stile I Quindici o Treccani. Vietava anche quei fascicoli che si trovavano in cartoleria, che servivano per le ricerche su storia, geografia, scienze. "Buoni al massimo per ritagliar figure", diceva lei. Che ci portava invece fiera (e parliamo di 40 anni fa) in Biblioteca, per insegnarci a ricercare sui libri. E si segnava i testi che consultavamo per verificare che alla fine la ricerca non si traducesse in una maldestra scopiazzatura. [...]Gli studenti moderni pensano di laurearsi alle prestigiose università di Google e Wikipedia, ma anche copiare è un’arte che richiede intelligenza e una certa autonomia intellettuale.[...], scrive Pratellesi. E a me viene in mente quel capitolo de "La scuola spiegata al mio cane", di Paola Mastrocola, quando lei si scopre turlupinata dal suo allievo, o meglio, stupita dagli effetti speciali di un PowerPoint ben costruito, ma di fatto tutto copiato.Così guardo con sospetto i foglietti che in questi giorni trovo sotto il parabrezza dell'auto. Aria di pagelle e di recuperi d'urgenza. Una, due, tre, cinque, sei materie. Recuperiamo tutto. Basta pagare. E magari scopiazzare anche un po'. [Nella foto, un maldestro copia-e-incolla. Da DeviantArt, gallery di i-shadow]