Sconfinando

Della X, della Y e della Z, senza trascurar la W


Non che mi piaccia in modo particolare trovarmi incasellata come in quegli uffici d’antan, con la targhetta scritta a mano sul cassettone. Però l’altro giorno qualcuno mi ha fatto balenare il dubbio di essere stata adottata. Dalla generazione Y. Che a quanto pare si divide in nativi e adottati, più o meno come l’analfabetismo, che però lì è di ritorno. Dalla generazione X, così mi era parso di capire, sono scampata per quei tre quattr’anni che mi separano dal suo inizio ufficiale. Ero perciò convinta che, alfabeticamente parlando, la mia generazione di pertinenza fosse la W. Insomma, prima di farsi adottare da questo o da quello, sarebbe bene capire da dove si proviene, no? Peccato che nemmeno la generazione W mi appartenga, né io a lei. Ho scoperto che gli americani la chiamano “whatever generation”, che tradotto in termini terra terra significa “qualunque cosa sia”. Un ibrido forse nemmeno troppo ben riuscito, che vive di vorrei ma non posso. O di posso ma non vorrei. Perfetto, dunque. Solo che loro, gli americani, i teoretici, chiamano così gli U30, che non sono sottomarini, ma gli under 30. Che a mio parere già si potevano accontentare della X senza scippare la W a me. Orfana di W e priva di X, ho capito che forse la Y mi ha davvero adottata. Pas du mal. La Y mi piace. Molto più della Z, per dire. L'immagine è ripresa da qui