Sconfinando

[Ri.]form.azione, please


Il fatto che tre dei principali quotidiani nazionali dedichino oggi una serie di articoli di approfondimento al tema della scuola è per me il segnale (se non la conferma) di quanto estraneo questo argomento sia rimasto nel corso di tutta la campagna elettorale. E poco importante quale fosse l'orientamento politico: scuola e formazione, al di là delle generiche promesse, sono rimasti in un limbo indefinito, quasi fosse pericoloso o controproducente pronunciarsi in modo deciso in una o in un'altra direzione.Così, che sia il bullismo, che siano le relazioni con il sociale, che sia il caro-libri o ancora la distanza tra una scuola intesa come centro di un percorso educativo e l'impresa-scuola imposta ai famigerati presidi-manager, appare evidente che le questioni aperte sul tavolo siano davvero tante e che una serie di interventi, inclusi quelli promessi dal ministro Fioroni con il famoso giro di vite, sono rimasti e rischiano di rimanere lettera morta.Ora, non so chi il primo ministro in [doppio]pectore sceglierà per il dicastero dell'Istruzione-Università-Ricerca o comunque si chiamerà. Spero solo che chiunque arrivi non si metta al lavoro per una nuova, ennesima, riforma. Che porterebbe il suo nome, sì, ma che finirebbe per confondersi con quelle che l'hanno preceduta e con quelle che la seguiranno. Tanto chi le conta più, ormai. Che si lavori perchè ciò che c'è funzioni e funzioni al meglio. Magari cercando di ascoltare un po' tutti eh.