Sconfinando

[S]gravi di coscienza


Pericoloso scivolone quello di Gianfranco Fini quest'oggi. Vile prova di benaltrismo che non si ferma nemmeno davanti alla morte. Non si tratta soltanto di mancanza di rispetto nei confronti di un ragazzo brutalmente ucciso. L'aspetto ancor più grave, a parer mio, è il tentativo di minimizzare, di nascondere, di negare un problema. L'evitare di attribuire un riferimento ideologico a un fatto che gli inquirenti hanno già da ieri ricondotto a una precisa matrice politica è una forma di sgravio della propria e dell'altrui coscienza. Molto più facile attribuire a una devianza un gesto estremo, piuttosto che riconoscerlo come figlio di una cultura violenta e di un vero e proprio culto della violenza stessa. Resta poi la valenza morale, di chi, in un ruolo pubblico, in un luogo pubblico e in una pubblica sede pretende di assegnare priorità a fatti che richiedono invece rispetto e riflessione. [e così i beau geste di questi giorni di festa, le parole di apertura, i cerimoniali, i manifesti di distensione tornano a essere ciò che probabilmente son sempre stati: gusci convenientemente vuoti]