Sconfinando

[No] Nukes


Mi ricordo anni di impegno. Gli adesivi con il sole che ride, e la scritta Nucleare? no grazie. Le assemblee, le letture compulsive, i dibattiti. Avevo venticinque anni e avrei votato al referendum. Partecipare era il mio modo, magari ingenuo, di allora, di dire la mia. Per la musica, bastava No Nukes. E c'era lei, Christa Wolf, con Guasto a raccontare lo sgomento che Cernobyl aveva creato in tutti noi. E mi ricordo il voto compatto, anche quello dei miei genitori.Oggi [ieri] il ministro Scajola dice che si tornerà al nucleare. Poco importa cosa votammo allora. Nuova generazione, dice lui. In cinque anni. E peccato se altri dicono il contrario. E peccato se 20 anni fa l'Italia intera disse no. Io dico no oggi come allora e resto convinta sostenitrice della necessità e della possibilità di lavorare seriamente sulle energie rinnovabili, eolico e solare in primis. Però non sono un fisico e di fisica nucleare capisco poco e nulla. Pertanto la mia potrebbe essere, come spesso accade, una convinzione emozionale, una scelta di pancia come qualcuno ama dire. Possibilista, come sempre, rivendico il mio diritto di scegliere anche di pancia. Però un dubbio, di quelli facili facili e ai quali desidererei avere una risposta seria, a me è venuto:se non siamo in grado di gestire problemi di rifiuti urbani, siamo davvero così certi di saper gestire le scorie nucleari?