Sconfinando

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"In un corso del primo anno Mattia aveva studiato che tra i numeri primi ce ne sono alcuni ancora più speciali. I matematici li chiamano primi gemelli: sono coppie di numeri primi che se ne stanno vicini, anzi quasi vicini, perchè fra di loro vi è sempre un numero pari che gli impedisce di toccarsi per davvero. Numeri come l'11 e il 13,come il 17 e il 19, il 41 e il 43. Se si ha pazienza di andare avanti a contare, si scopre che queste coppie via via si diradano. Ci si imbatte in numeri primi sempre più isolati, smarriti in quello spazio silenzioso e cadenzato fatto solo di cifre e si avverte il presentimento angosciante che le coppie incontrate fino a lì fossero un fatto accidentale, che il vero destino sia quello di rimanere soli. Poi, proprio quando ci si sta per arrendere, quando non si ha più voglia di contare, ecco che ci si imbatte in altri due gemelli, avvinghiati stretti uno all'altro".Credo che sia questo il passaggio più bello de La solitudine dei numeri primi, di Paolo Giordano. L'ho terminato questa domenica, nella penombra che ripara dal caldo, chiudendolo con quel senso di insoddisfazione che resta quando qualcosa sembra incompiuto. Bello per essere un'opera prima. Inconcludente però nell'insieme. Con un retrogusto che mi fa pensare a Veronesi e a Caos Calmo, con tutto il fastidio che ho provato e tuttora provo per questo libro. Cinematografico, un po' come Caos Calmo, adolescenziale come una mocciata. Piacerà a Muccino, je pense.