Sconfinando

Dei tagli e della scuola


Vista la mia incapacità a trascrivere correttamente un paio di numeri, della quale ho dato prova nel post precedente, questa volta mi limito a un saggio copiaincolla: "Per tagliare gli sprechi nella pubblica amministrazione e avviare il meccanismo virtuoso del merito il governo Berlusconi avrebbe previsto per la scuola una cura da cavallo. Nei prossimi tre anni dovrebbero saltare qualcosa come 150 mila posti di lavoro (100 mila cattedre e 47 mila posti di personale amministrativo, tecnico e ausiliario (Ata) per recuperare la cifra record di 8 miliardi di euro". Da Retescuole, invece, riprendo questo stralcio, a sua volta tratto da L'Orda di Gian Antonio Stella: "Spiega nel 1906 Ernesto Nathan in Vent’anni di vita italiana attraverso all’”Annuario” che agli albori del Novecento la Spagna spendeva per l’istruzione il 4,4 del suo Pil, l’Austria il 4,7, la Prussia il 5,8, la Francia il 6,1, la Baviera il 7,5, la Gran Bretagna il 10,1 e l’Italia il 2,8. Un settimo, a testimonianza di una scelta scellerata da parte dei Savoia e di tutti i governi dell’epoca, di quanto spendeva in cannoni, corazzate e armamenti vari".Cifre a parte, l'amara constatazione è sempre la stessa: il recupero di efficienza non può passare semplicemente attraverso lo stralcio di voci o centri di costo. E penalizzare la scuola è come sempre una scelta più che miope scellerata. [tutto questo senza trascurare che, come sempre accade, i primi a essere penalizzati saranno coloro che più hanno bisogno, dai disabili agli stranieri, per i quali verranno inevitabilmente meno ausili, supporti, insegnanti]