Sconfinando

Dell'etica e dell'estetica. Col grembiulino


Della proposta della ministra Gelmini di ritornare al grembiulino obbligatorio alle elementari (o primarie che dir si voglia) hanno scritto tra ieri sera e questa mattina sia Ossimora, sia Tanks. Confesso che fino a stamane, la questione mi era sembrata semplicemente la dimostrazione della scala di priorità del neoministro, focalizzata più su interventi di cosmesi che su sostanziali riforme che rendano davvero la scuola (pubblica! pubblica!) il luogo delle opportunità per tutti.Da mamma, ho sempre detto che il grembiule o la tuta sono una gran praticità, perchè calmieravano e non di poco il ritmo frenetico delle lavatrici in famiglia. Da noi lo ha portato solo una, mentre le altre due hanno davvero patito un po' la questione griffe-nongriffe. Nella classe di Giulia le insegnanti scelsero un intervento educativo moto forte su questo tema (anche con una serie di considerazioni sulle questioni etiche che dovrebbero guidare nella scelta del marchio, qualora proprio sul marchio uno si voglia concentrare). E' evidente, in tutto questo, che la responsabilità delle famiglie è tuttavia la principale e nulla si otterrebbe, con o senza grembiulino, senza interventi a supporto che partano dalla famiglia stessa. Dopo tutto questo preambolo, arrivo al dunque. Perchè la vera chiave di lettura me la ha data in un suo controcommento Tanks, che così mi scrive: Devo dire che però c'è un dato che deve farci riflettere: l'87%. D'accordo, i voti sono pochi, etsendere poi la validità del sondaggio a tutti i genitori di bimbi in età scolare è arbitrario e avventato. Ma ho come la sensazione che il mio (nostro?) sentire oggi sia diventata minoranza spinta, e questo mi spaventa. Non che creda di avere io tutte le ragioni, questo no, sarebbe stupido. Mi spaventa che le varie proposte: impronte, immigrati, stop ai processi, siano accettate non bene ma benissimo dalla percentuale bulgara. Non come l'inevitabile, ma come il giusto.Ed ecco allora la chiave di lettura. Quella che ancora ieri sera non avevo trovato. Perchè non di griffe e non di cosmesi si tratta. Non è una sciocca ingenuità della ministra credere che il problema delle differenze a scuola si risolva con un grembiule. E è del tutto sbagliato da parte mia pensare che la sua scala di priorità metta al primo posto un'azione cosmetica, rispetto a un'azione strutturale sulla scuola.La chiave di lettura è tutt'altra e la scelta della ministra rispecchia in pieno i tempi di questi disgraziato Paese. Ordine e disciplina, chiedono gli italiani. La sicurezza, il timore per l'altro e il diverso, l'ostilità verso chi è e vuole stare fuori dagli schemi. Cosa c'è di più facile e di più rassicurante di una divisa? Cosa c'è di più facile e di più rassicurante di un'omologazione che cancelli l'individualità?Forza.Tutti in fila, come soldatini.