Sconfinando

La [s]comparsa dei fatti. Quelli rosa


Osservare ciò che si legge in giro è un ottimo esercizio da spiaggia. Quasi come spettegolare sulla signora tre ombrelloni più in là. Oltretutto, per me, che qui trascorro un fine settimana mordi e fuggi, la signora è una illustre sconosciuta e non avrei nulla di gustoso al riguardo. Così l'occhio cade sui libri abbandonati su sdraio e seggioline, alle riviste che fanno capolino da sporte sempre troppo piene, a quei giornali che ora di sera son pieni di sabbia e accartocciati di dita umide. Il vicino di ombrellone legge Libero. Va beh. Succede. Non glie lo chiedo in prestito. Spopola Faletti, che due signore poco distanti commentano con entusiasmo. Ma anche Patricia Cornwell è pressochè una garanzia per gli amanti del genere. Inglesi e nordici, sempre presenti su queste spiagge, si immergono nei loro paperback che tra due giorni assomiglieranno a ventagli spampanati. Io cerco di finire il mio Hornby, che tra Ufo e Rufus un po' mi ha innervosito. Settimane enigmistiche a go-go, e il Bartezzaghi questa volta l'hanno lasciato a me. Qualcuno sfoggia blocchi di Sudoku, con matite e gomme di ordinanza. Il patinato va poco, per lo meno da queste parti. E le riviste di cronaca rosa e gossip, quelle che una volta passavano di mano in mano per commentare pance, glutei e nuovi amori, sembrano scomparse del tutto. A dire il vero non le vedo nemmeno dall'edicolante, indaffarato a piazzare inserti e allegati ai quotidiani. Fagocitate direi. In fondo, non c'è niente di meglio che fingere di interessarsi alle italiche cronache, passando per il Sofà del Cavaliere.