Sconfinando

Dei saldi, dei soldi e del tempo che va


Guarda mamma che belle! Entusiasta, mi mostra il suo acquisto, uscito dal suo portafoglio, dopo giorni di ricerca di qualcosa di sfizioso da comprarsi, senza spendere troppo però. Son lì, nere, a piccoli ricami, i nastri lunghi sciolti, e quella suola di corda. Un tuffo indietro nel tempo, le sue prime espadrillas. Perchè io ne ho consumate e sfinite a bizzeffe nelle mie lunghe estati in montagna. La stagione iniziava con quelle più sobrie, rigoroso monocolore, per poi evolvere in bizzarrie sempre più estrose: a righe, fantasia, personalizzate da qualche amico dalla mano felice. Si portavano ben calzate, nella versione pseudo-elegante, oppure a ciabattina, un po' più casual. Poi un giorno la corda sfilacciata cominciava a far capolino dai lati. E allora si provvedeva a strategici ritagli e rappezzi. Fin che non c'era più niente da fare. E, senza rimpianti, si infilavano nel primo cestino raggiungibile. Con la stessa leggerezza con cui poco alla volta si perdevano indirizzi e nomi e volti, certi di ritrovarli l'anno successivo. Come le espadrillas, del resto. Costavano poco, pochissimo. Quattromilalire, le ultime che ho comprate. O così credo di ricordarmi. Mettevo da parte qualche mancia, per un colore in più. Perchè poi mi piaceva entrare nel negozio e guardare lo scaffale stracolmo e puntare il dito verso quella tonalità che no, la settimana prima proprio non c'era. Di qualcuna mi rimaneva un frammento di stoffa, ritagliato con la forbice un attimo prima di infilarla in pattumiera. Avrebbe ricordato un'estate, su un diario sempre più rigonfio.  p.s. Ho visto che ci sono anche griffate. Non oso pensare a una babouche firmata Prada. Quelle no logo, per fortuna, economiche lo sono ancora. pps. La foto appartiene a Ilarib