Sconfinando

Dei faticosi sorrisi


Capita che la metà di settembre ti sorprenda in un angolo di costa sarda, in uno di quegli appuntamenti di lavoro che si chiamano meeting e che ti riempiono le orecchie e il cervello di positività, ottimismo e chiacchiere. Capita che il tuo interlocutore diretto, la persona con la quale dovrai passare un sacco di tempo nell'arco delle prossime 48 ore sia una donna biondissima, abbronzatissima, liftingatissima e destrosissima. Che ce l'ha con Prodi, con la sinistra radicale, con i giovani d'oggi, con gli immigrati, con la sinistra, con la stampa, con l'assenza di regole, con l'assenza di disciplina, con l'assenza di autorità. Che legge Il Foglio, Libero e Il Giornale. E che parla parla parla parla. E non puoi litigarci, perchè no, insomma, non è proprio il caso. E poi ricordati che è lavoro. E non è opportuno. E mentre lei parla cerchi disperatamente un argomento neutro. Che non offra correlazioni possibili con qualche nuova invettiva. Il pane carasau. Ecco sì, il pane carasau, Vado a prenderne un po'. Un bel po'. Tantissimo. Mi ci vorrà un'ora. O due. E sorrido, mentre mi allontano. Aiuto.