Sconfinando

A far la calza


La riflessione proposta da Lilith nel suo ultimo post è amara e quantomai veritiera. Anche e soprattutto alla luce delle dichiarazioni del Ministro Gelmini in merito alla possibile riduzione dell'orario scolastico. E io già lo so che fattodiniente obietterà che non si può confondere nè si deve confondere la didattica con l'assistenza alle famiglie. Che le due cose stanno su piani differenti. E che il tempo scuola strutturato sulle 40 ore settimanali risponde forse più a una necessità delle famiglie che a una necessità didattica reale. E' vero che se si torna indietro nel tempo, quando andavo a scuola io il doposcuola - così si chiamava - era frequentato da chi, avendo la mamma lavoratrice, non aveva nonne o zie in grado di occuparsene in attesa del rientro dei genitori. E' altrettanto vero che quella che 40 anni fa era esigenza di pochi, oggi è esigenza dei più. E guardare all'esperienze all'estero è sicuramente importante, a patto di considerare tutti gli elementi in gioco: supporti sociali e alle famiglie inclusi.Per questo motivo, non mi stupisco, nè mi stupirò, se alla fine saranno (saremo?) sempre più donne a concludere che no, non ne vale la pena. E ritorneranno (ritorneremo?) in casa. Nei secoli dei secoli. Perchè così era e così sarà.Per chi desidera seguire le discussioni in corso, fino alle 18 se ne parla qui. [l'immagine è ripresa da qui]