Che cosa c'č in un nome? Ciņ che chiamiamo una rosacon qualsiasi altro nome avrebbe un profumo altrettanto dolce.[William Shakespeare - Romeo e Giulietta - Atto II Scena II]Ovviamente, vale anche il contrario: una schifezza resta una schifezza anche se le cambi il nome. E se le classi ponte a un certo punto diventan classi di inserimento, la sostanza sempre quella resta. Isolamento. Classi speciali. Sperando che non preludano a scuole speciali, abolite, se non ricordo male, nel 1975. Tutto questo, per altro, tralasciando quel paio di questioni fondamentali, come una scuola che insegni a chi non sa. E se avessi voglia di fare dell'ironia su questa faccenda, mi verrebbe da chiedere a chi ha avanzato questa proposta quante volte ha chiesto per sč o per i propri figli i famosi corsi "full immersion" per meglio imparare una lingua straniera. Ma forse la full immersion vale solo per l'inglese. Perņ, a dirla tutta, a me questa cosa puzza assai. Perchč la chiave non č nella barriera linguistica, che davvero, soprattutto nei pił piccoli si risolve in qualche mese di immersione quotidiana nella vita e nei giochi con i compagni (e con l'aiuto di qualche mediatore, va da sč). La chiave sta in questo stralcio del provvedimento: "attuazione di percorsi monodisciplinari e interdisciplinari, attraverso l'elaborazione di un curriculum formativo essenziale, che tenga conto di progetti interculturali, oltre che dell'educazione alla legalitą e alla cittadinanza". Mi domando quale sia l'assioma: illegali e incapaci di civile convivenza in quanto stranieri, forse? Chissą perchč le cronache di qualche manciata di mesi fa, quotidianamente riportavano gesti e azioni illegali e incivili da parte di italianissimi studenti. Ma per loro le classi ponte non sono previste, mi pare.
Delle classi ponte, ovvero prove pratiche di isolamento
Che cosa c'č in un nome? Ciņ che chiamiamo una rosacon qualsiasi altro nome avrebbe un profumo altrettanto dolce.[William Shakespeare - Romeo e Giulietta - Atto II Scena II]Ovviamente, vale anche il contrario: una schifezza resta una schifezza anche se le cambi il nome. E se le classi ponte a un certo punto diventan classi di inserimento, la sostanza sempre quella resta. Isolamento. Classi speciali. Sperando che non preludano a scuole speciali, abolite, se non ricordo male, nel 1975. Tutto questo, per altro, tralasciando quel paio di questioni fondamentali, come una scuola che insegni a chi non sa. E se avessi voglia di fare dell'ironia su questa faccenda, mi verrebbe da chiedere a chi ha avanzato questa proposta quante volte ha chiesto per sč o per i propri figli i famosi corsi "full immersion" per meglio imparare una lingua straniera. Ma forse la full immersion vale solo per l'inglese. Perņ, a dirla tutta, a me questa cosa puzza assai. Perchč la chiave non č nella barriera linguistica, che davvero, soprattutto nei pił piccoli si risolve in qualche mese di immersione quotidiana nella vita e nei giochi con i compagni (e con l'aiuto di qualche mediatore, va da sč). La chiave sta in questo stralcio del provvedimento: "attuazione di percorsi monodisciplinari e interdisciplinari, attraverso l'elaborazione di un curriculum formativo essenziale, che tenga conto di progetti interculturali, oltre che dell'educazione alla legalitą e alla cittadinanza". Mi domando quale sia l'assioma: illegali e incapaci di civile convivenza in quanto stranieri, forse? Chissą perchč le cronache di qualche manciata di mesi fa, quotidianamente riportavano gesti e azioni illegali e incivili da parte di italianissimi studenti. Ma per loro le classi ponte non sono previste, mi pare.