Sconfinando

[At]tentazione. Ovvero chi di Obama ferisce, di Berlusconi perisce


Sto ancora sorridendo dopo aver letto il post di Luca Sofri sull'attentato a Obama. A dire il vero, l'ho letto ieri sera mentre guardavo le home page dei quotidiani on line, ma rivederlo adesso, a una decina di ore di distanza, è quasi meglio. Soprattutto quando evoca i fratelli Coen. In realtà, anche se Porta a Porta me lo sono risparmiato, c'è un po' quest'aria da evento sensazionale, come se le presidenziali americane non fossero già di per sè un momento topico. E son certa che son tutti lì ad aspettare l'ultima carta, lo scoop, la notizia eccezionale, che McCain potrebbe sfoderare all'ultimo minuto per mettere in ginocchio Obama. Un suo legame con qualche falange terrorista sarebbe il massimo, ma credo che andrebbe bene qualunque cosa, che vada oltre le spese per il truccatore di Sarah Palin. Certo che, vuoi mettere l'effetto attentato? In America, basta farsi un giro per siti per rendersene conto, minimizzano. E non è solo convenienza pre-elettorale. E' che davvero non è su due attentatori in smoking bianco che si costruisce un finale di campagna interessante. Soprattutto di questi tempi.Ma l'Italia non è l'America e quindi se non si può pompare un'ipotesi di attentato al Premier, per lo meno si può spingere l'acceleratore sui cattivi comunisti. Che hanno creato un gruppo su Facebook all'insegna dell'Uccidiamo Berlusconi o giù di lì. Ora, fermo restando che trovo l'iniziativa di pessimo gusto, e premesso che non sono andata a curiosare, per non dare ulteriore spago a chi l'ha organizzata, un po' sorrido ai toni apocalittici de Il Giornale, che parla di vera e propria istigazione al delitto. Eviterei anche la definizione di goliardata, perchè trovo difficile definire goliardica qualunque iniziativa che ha come obiettivo l'istigazione all'odio. Però ecco, da qui al pericolo reale credo che ce ne corra. Più o meno quanto ce ne stava tra Obama e i suoi attentatori in white tuxedo.