Sconfinando

Christmas Pudding, o il potere evocativo di certe parole


Poi mi rendo conto che fa strano, per chi nasce da queste parti e dovrebbe avere l’estetica e la sostanza del panettone almeno in parte del suo Dna, parlare di Christmas Pudding. Però ci sono piccole manie, o piccoli vezzi, che nascono così, magari tra le pagine di un libro. Quando le parole si trasformano in profumi e desideri. “Un’enorme quantità di vapore! Il pudding era uscito dalla pentola di rame. Un odore buono, come di bucato! Quello del panno. Un profumo come quello di un ristorante e di una pasticceria messi uno di fronte all’altra, e con una lavanderia giusto a fianco! Quello era il pudding! In meno di un minuto la signora Cratchit entrò accaldata, ma sorridendo fieramente, con il pudding. Era come una sfera di cannone, così duro e fermo, ardente per metà di brandy infiammato e con l’agrifoglio di Natale piantato nella parte superiore…” Questo è il Christmas Pudding della signora Cratchit nel Canto di Natale di Dickens. Meraviglioso. Poi c’è uno spettacolare Christmas Pudding in uno dei gialli di Agatha Christie, di quelli che più classici non si può, con un Poirot che dà il meglio di sé. E poi mi ricordo di un Christmas Pudding letto da bambina in uno dei libri “minori” di Louise May Alcott, e mi spiace non ricordarmi più qual è. Però in questo lungo fine settimana una piccola ricerca magari riesco a farla. So che fu tra quelle pagine che imparai la storia della monetina nell’impasto, e quella del desiderio espresso da ciascun membro della famiglia, mescolando, uno dopo l’altro, il composto, in un rituale che sapeva di condivisione e di affetto.  E io a G. glie lo dico sempre. Capisco che se io sfodero il Christmas Pudding lui può sfoggiare il suo teutonico Stollen. Ma fino a quando non mi produrrà qualche pagina degna di tal nome, il suo Stollen resterà solo un dolce con uvetta e canditi. p.s. mi rendo conto che ci sarebbe molto da dire, ad esempio sull'obbedisco governativo alle lamentatio della Cei sui fondi tagliati alle scuole private (singolare anche il silenzio della Cei quando i fondi tagliati furono quelli della scuola pubblica), oppure sui tempi di crisi, sugli nviti all'ottimismo forzoso. Ma oggi non ce la faccio. Ho voglia di "altro", anche solo ritrovato tra le pagine di un libro.