Creato da SandaliAlSole il 29/07/2005

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Festina lente

Post n°2013 pubblicato il 17 Giugno 2008 da SandaliAlSole
 

La mia domenica imbozzolata - Firmino a parte, o forse grazie a Firmino - è un regalo che mi sono fatta. Così come sono regalo tutti quegli istanti che strappo all'affrettarsi quotidiano per dedicarmi a qualcosa di diverso. Di estraneo al mondo. Per questo trovo davvero interessante questa discussione che si è aperta negli Stati Uniti sulla perdita dell'abitudine di concentrarsi su testi lunghi, come se la nostra conoscenza si costruisse su un insieme [nemmeno troppo organico] di particelle. Parcellizzazione della conoscenza, già.
[...]what the Net seems to be doing is chipping away my capacity for concentration and contemplation [...] scrive Nicholas Carr, già direttore della Harvard Business Review (La rete si sta portando via la mia capacità di concentrazione e contemplazione).
Lungi dal volerne fare un atto di accusa, prendo lo spunto per una riflessione, che rivolgo in primo luogo a me stessa. Perchè il rischio dietro l'angolo è il mordi e fuggi. Il fast food culturale e formativo, nel quale basta il riassunto, il concentrato della free press, la scorciatoia del feed Rss o della lista dei Preferiti che facilita, velocizza, organizza, ma banalizza tremendamente il piacere della scoperta. Dove la battuta salace e il titolo a effetto soppiantano il gusto dell'immersione.
Come se, in fondo, fosse solo surfing.
E proprio perchè non solo surfing vorrei, i link, come al solitro, li metto tutti:
all'articolo del Corriere, a quello di Carr su The Atlantic, alla riflessione presentata da Cnet (con un delizioso invito alla lettura prima di dormire), e a quella di Leonard Pitts.
Mi perdonino i non anglofili: credo che la sintesi del Corriere sia piuttosto buona, però.

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Commenti al Post:
ricky92dgl
ricky92dgl il 17/06/08 alle 16:59 via WEB
Ciao, se ti va passa anke nel mio blog per commentare, visto ke io sono passato nel tuo. Ciao e grazie !
 
lupopezzato
lupopezzato il 17/06/08 alle 23:55 via WEB
Lo prenderei con le pinze questo Carr perchè mi sembra uno di quelli che affermano “non sono razzista, però”. Io considero la miniaturizzazione la grande rivoluzione del secolo scorso mentre ritengo che la rivoluzione di questo secolo siano proprio i motori di ricerca ovvero questa Enciclopedia Universale del Tutto. Non condivido Carr quando afferma di “avere la sensazione che Internet stia frantumando la sua capacità di concentrazione e di osservazione”. Non è la rete che deve adeguarsi all’individuo ed alle sue abitudini ma è il contrario. La massa enorme di informazioni e la possibilità di ricavarle in realtime e di elaborarle velocemente ci obbliga a cambiare ed in fretta l’approccio mentale che non può essere più quello di chi, contando sulla concentrazione, veniva fuori con la frase “devo pensare”. Il nuovo approccio mentale anziché fidarsi della concentrazione deve puntare sulla capacità di analisi. Non devi aspettare i dati ma devi cercarteli perché di sicuro ci sono. Quelli della concorrenza come tutti gli altri e tutti in realtime. La vecchia frase “devo pensare” è stata abbondantemente sostituita dalla più ovvia “devo decidere”. Si perde più in fretta o si vince più in fretta e se da un lato hai meno tempo per concentrarti su una decisione è anche vero che hai più dati a basso costo ed in minor tempo per decidere al meglio.
 
 
SandaliAlSole
SandaliAlSole il 18/06/08 alle 00:24 via WEB
Io non credo che vi sia un tentativo di demonizzazione della rete o dei motori di ricerca, dei quali nessuno credo possa o riesca più a fare meno. Uno spunto di riflessione però (e lo stesso Carr in conclusione del suo articolo lo dice, con il riferimento a Gutemberg) sì. Non tanto sul metodo, che a parer mio deve necessariamente cambiare cambiando lo strumento, quanto proprio sulla capacità di riflettere, di approfondire. Perchè c'è già un nuovo link da inseguire. e credo che i timori, che sono tutt'altra cosa rispetto alla demonizzazione, riguardino proprio questa difficoltà ad approfondire. Tu hai ragione quando dici che è importante la capacità di analisi. Ma, a parer mio, a monte dev'esserci la volontà di analisi. altrimenti si cade in questo mordi e fuggi che porta a prender per buono il primo risultato trovato, semplicemente perchè un algoritmo lo ha definito più rilevante di un altro.
ps. poi io sono una che nei libri ci si immerge ancora. :)
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 18/06/08 alle 08:58 via WEB
Io la questione la vedrei sintetizzabile in una domanda: quanti anni ha Nicholas Carr? Mi spiego. Tutte le novità devono essere "digerite" da chi era già presente prima del loro avvento, mentre risultano assolutamente fruibili da chi arriva insieme alla novità o anche un po' dopo, magari. Ricordo un mio zio piuttosto grandicello già quando io ero piccolino che guidava l'auto davvero maluccio. Mi capitava, a volte, di essere suo passeggero nelle gite fuori porta ed era davvero un problema. Frenava, accelerava, rifrenava. Col tempo ho capito il motivo. Aveva preso la patente, credo, attorno ai 45 anni, negli anni 60. Diverso è stato per chi ha guidato, di stramacchio come diciamo qui, già a 15 anni l'auto del papà nei dintorni di casa e a 18 fremeva per avere un'auto personale. Casomai poi il 18enne si schianta pure, ma di sicuro avrà una scioltezza diversa di guida dopo che gli si saranno completamente placati i bollenti spiriti della adolescenza. Mi sono un po' allontanato dal discorso, come al solito, ma credo che si sia capito dove voglio arrivare. Un ragazzo che entra oggi in azienda non ha problemi a tenere aperte 5 finestre sul desktop. Forse per un 60enne non è la stessa cosa. Credo che alla fine le analisi, le sintesi, le dovranno fare entrambi ed ognuno le farà come meglio crede e nei tempi che gli sono più consoni. Sbl
 
 
SandaliAlSole
SandaliAlSole il 18/06/08 alle 10:31 via WEB
io credo che la questione sia da riportare su due piani differenti. uno quello che dici tu e che in fondo è anche quello che sottolinea lupo è prettamente generazionale. e lo sottoscrivo. l'altro è invece a parer mio più epocale. e riguarda l'incapacità di soffermarsi a lungo su qualcosa. che sia una lettura, una ricerca, un obiettivo. e spesso, anche nella ricerca degli obiettivi sbagliamo mira e ci convinciamo di aver trovato ciò che cercavamo, senza renderci conto sdi aver clamorosamente sbagliato strada. perchè la rilevanza non è solo questione di algortitmi, ma anche di parametri. e quelli dobbiamo fissarli noi. (ovviamente il riferimento non è puramente a Google).
 
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