Creato da SandaliAlSole il 29/07/2005

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Questioni di orario

Post n°1702 pubblicato il 26 Settembre 2007 da SandaliAlSole
 
Tag: scuola

O, se proprio vogliamo dirla tutta, di mala educacion.
Il quarto d'ora accademico mi riusciva già poco comprensibile ai tempi dell'università, e lo soffro tremendamente in ambito lavorativo. Soprattutto quando gli italici quindici minuti sforano nella mezz'ora, debordando pericolosamente anche oltre. Mi rendo conto che è una consuetudine, un vezzo, un'abitudine, alla quale spesso pretendiamo siano gli altri ad uniformarsi. Protestando, come
gli studenti di Roma, se un preside decide che non esiste orario scolastico flessibile.
Per me, è questione di educazione e rispetto. E comincia anche a scuola.

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Commenti al Post:
jigendaisuke
jigendaisuke il 26/09/07 alle 19:57 via WEB
Si è passati dal fascismo al lassismo, e guai a far presente che si tratta di pure e semplici regole di convivenza civile!!!
 
 
SandaliAlSole
SandaliAlSole il 26/09/07 alle 23:39 via WEB
appunto!
 
MacRaiser
MacRaiser il 26/09/07 alle 20:00 via WEB
Se il preside, gl'insegnanti e tutti gli impiegati del Mamiani timbrano il cartellino puntualmente ogni mattina e sanzionano loro stessi con eguale inflessibilita', mi trovi d'accordo. In caso contrario (e credo sia anche questo), no ;)
 
 
SandaliAlSole
SandaliAlSole il 26/09/07 alle 23:44 via WEB
dunque, io separerei le due questioni. Una è il rispetto comunque e a prescindere di orari e appuntamenti, l'altra è il rispetto delle regole da parte di tutti coloro che vi sono soggetti. Alle mie figlie cerco di insegnare che quando si dice un'ora quella dev'essere. Se ci sono impedimenti a rispettarla, si avvisa. Semplice regola di convivenza. Nelle loro scuole gli orari sono da sempre tassativi, per tutti. Il regolamento della scuola primaria, ad esempio, così cita: "I cancelli si aprono alle ore 8.25, le lezioni iniziano alle ore 8.30. Gli insegnanti sono tenuti a essere già in aula all'apertura dei cancelli per accogliere gli alunni che entrano". So per certo di note disciplinari verbali e scritte agli insegnanti che non rispettano gli orari. Chiaro e semplice, no?
 
   
MacRaiser
MacRaiser il 27/09/07 alle 10:38 via WEB
Mica tanto.. non mi convinci, Miti. Cosa c'entra la telefonata del figlio al genitore per avvertire del ritardo con la flessibilita' dell'orario d'entrata a scuola? Non mi pare affatto una questione di rispetto. Per il preside e' questione di efficienza e basta. Lui se ne frega altamente se ti dispiace di essere in ritardo, o se e' solo la terza volta che ritardi in sei mesi di scuola, o se telefoni per avvertire. Nemmeno ti conosce. Sei solo un numero, per lui. Al massimo ha visto la tua faccia, punto. Anzi, se sei fortunato, il preside non ti riconoscera' mai. Lo studente usufruisce di un servizio, non e' mica un detenuto. Stiamo parlando di esseri umani in eta' evolutiva che hanno altre esigenze rispetto alle nostre di adulti. Loro non sono cosi' disperatamente dipendenti dagli orari e dalle abitudini, come noi. Non si crogiolano nella routine, come spesso accade a noi, riducendo le loro giornate ad una corsa contro gl'ingranaggi dell'orologio o ,per i piu' moderni, del suono promemoria del palmare. Non cantano vittoria se sono riusciti a portare a termine un'incombenza in piu', a fine giornata. Il loro motto e': "Non fare oggi cio' che puoi rimandare a domani". Perche'? Perche' sono giovani, tutto qui. Loro vivono in un altro mondo, un mondo emotivamente molto piu' ricco e che ha altre priorita', altri orizzonti rispetto al nostro. Ed il tempo per loro ha tutt'un altro valore. Ogni tanto faremmo bene a tornare indietro con la memoria per ricordarcene. Troppo spesso trattiamo i nostri bambini e ragazzi come fossero soldatini alla parata o peggio, piccoli detenuti ai lavori forzati. Organizziamo loro la giornata fin nei minimi particolari e minuti secondi e poi c'innervosiamo se non ce la fanno a rispettare i tempi di marcia. Ma sto divagando, scusa. Tornando a bomba: diverso e' per gl'impiegati che vengono retribuiti per essere puntuali. Li' si che e' una questione di rispetto verso chi ti paga lo stipendio. Ma spesso le parti si invertono e si arriva a delle vere e proprie assurdita'. Un esempio: mia sorella che vive a Berlino ha ricevuto una lavata di testa dalle maestre, l'anno scorso, perche' sua figlia non mangiava abbastanza velocemente e quindi: "rallenta tutta la classe". Le hanno intimato di educarla a mangiare piu' in fretta. Follia. E sto parlando di scuola materna. Personalmente ho sempre preferito avere un po' meno di efficienza a vantaggio della tolleranza, umanita' e rispetto del singolo individuo. Quello si mi pare una forma rispetto preziosa, da preservare. Ciao, Miti :)
 
     
SandaliAlSole
SandaliAlSole il 27/09/07 alle 10:53 via WEB
non sono per niente d'accordo con te mac. il rispetto dell'orario di scuola è il rispetto per la scuola stessa e per i compagni. mi spiace. io trovo altamente diseducativo e profondamente sbagliato l'idea che a scuola uno possa entrare quando gli pare in nome di cosa? della sua libertà? perchè è un adolescente? dai non prendiamoci in giro. alla scuola materna (io parlo della scuola materna italiana) l'orario di ingresso è flessibile, certo: in genere si parla di accoglienza (e non di orario) che dura anche mezz'ora. il che significa venire incontro alle esigenze di tutti i bambini. Tutti. Poi però, passato l'orario, si chiude. anchje per risopetto di quei bambini che vivono male il distacco dalle loro famiglie e vivono ancor peggio l'andirivieni di mamme e bambini, con le relative scorte di baci e abbracci. Alle elementari già i genitori non entrano più. e la finestra di ingresso si restringe. Non si tratta di metterli in fila come soldatini, si tratta di rispettare un luogo (e una istituzione) e i loro compagni. nessuno li paga? e quindi? se dovessi portare avanti per assurdo (arrivando al paradosso) il tuo ragionamentio, allora nessuno li paga per stare attenti, nessuno li paga per non disturbare, nessuno li paga per non compiere atti vandalici. mi sembra una deriva (ripeto è un paradosso) pericolosa. Mi spieghi perchè gli stessi ragazzi se il mister della squadra di calcio gli fa il culo se arrivano in ritardo agli allenamenti sono ligi fino a spaccare il secondo e a scuola no? questione di priorità, dirai tu. Certo, convengo io. Ma sta all'adulto far rispettare, con delle regole chiare e semplici, anche quelle cose che prioritarie non sono.
 
     
MacRaiser
MacRaiser il 27/09/07 alle 12:20 via WEB
Il concetto che volevo esprimere non era questo, Miti. Noi creiamo dei piccoli adulti, con tutti gli annessi e connessi. Poi non ci stupiamo se si comportano da adulti gia' a 10-12 anni (con tutte le lacune del caso), nel bene e nel male, e se hanno gia' le loro belle nevrosi. Prima scippiamo loro l'infanzia, imbottendoli di compiti, impegni e orari da rispettare, poi piangiamo per l'innocenza e la spensieratezza perduta anzitempo. Il rispetto che tanto invochiamo e' troppo spesso un bell'alibi che nasconde il fatto che vogliamo far trottare i nostri bambini/ragazzi alla nostra stessa velocita' di crociera. Imponiamo loro i nostri ritmi, sottraendo cosi' il bello alla loro eta', che e' anche quello di perder tempo (il divertirsi cos'e', se non una perdita di tempo? Gli americani lo chiamano giustamente entertainment). L'allenatore e' solo un altro adulto con metodi piu' duri, tutto qui. "Rispettare l'orario" significa "essere sincronizzati". Ma sincronizzatti con chi? Con cosa? E, sopratutto, chi scandisce il ritmo di questo frenetico balletto? Quando le priorita' le detta il genitore o la comunita', e' giusto essere proporzionalmente piu' tolleranti. E' sacrosanto anteporre le LORO priorita' alle nostre, altrimenti "difesa dell'infanzia" e' solo una bella parola per sciacquarsi la bocca e poco altro. Essere padroni almeno di una parte del proprio tempo: questo dovrebbe essere uno dei privilegi dell'infanzia/adolescenza. Altrimenti in cosa consistono questi privilegi? E visto che parliamo di rispetto, salvaguardare, non solo a chiacchere ma nei fatti, queste loro prerogative non rappresenta forse la piu' grande forma di rispetto? Perdona la franchezza, ma come tu ben sai, io sono un montessoriano di ferro ;) Ciao :)
 
     
SandaliAlSole
SandaliAlSole il 27/09/07 alle 12:41 via WEB
Mettiamola così. Considerato che da quando sono nate, quella che ha cambiato tutto (a partire dagli orari di lavoro) ma proprio tutto proprio per rispettare le loro inclinazioni, sono io, mi permetto di essere rigorosa sull'orario scolastico. :) Gli altri rigori se li sono scelti loro, e per questo non ne sentono il peso.
 
     
MacRaiser
MacRaiser il 27/09/07 alle 18:56 via WEB
Sai che ora che mi ci fai pensare, anche io ho cambiato tutto da quando e' nato mio figlio? Perfino gli amici e il lavoro. E non ci avevo mai fatto caso.. ;) P.S. Sempre sul personale la prendi, eh? :p
 
sparus_rm
sparus_rm il 26/09/07 alle 20:13 via WEB
Primo assioma dello studente: lo studente protesta per principio, sempre e comunque, che abbia richieste ragionevoli o meno, che abbia ragione o torto, che ci sia il sole o piova. Lo studente, per sua natura, protesta. E talvolta, rompe anche le palle, diciamocelo con franchezza.
 
 
MacRaiser
MacRaiser il 26/09/07 alle 20:49 via WEB
Il prof invece fa esattamente l'opposto, di solito: rompe per principio e talvolta protesta :p
 
 
SandaliAlSole
SandaliAlSole il 26/09/07 alle 23:45 via WEB
Sintesi efficace :)
 
upmarine
upmarine il 26/09/07 alle 22:13 via WEB
Io mi prendo il quarto d'ora accademico. Poi posso anche trattenermi per altre due ore oltre l'orario canonico se dall'altro lato mi arrivano richieste che meritano considerazione. Pretendo che quando arrivo in aula, nel giro di una frazione di secondo, tutti siano al proprio posto di combattimento. Basta con questa parità di diritti e doveri.
 
 
SandaliAlSole
SandaliAlSole il 26/09/07 alle 23:47 via WEB
Il quarto d'ora accademico era prassi anche quando studiavo io. E serviva anche a noi studenti per passare da un'aula all'altra (spesso in due edifici diversi). Nel mio lavoro il quarto d'ora è parimenti la prassi, salvo scivolate indecorose oltre i tre quarti d'ora. Un paio di volte me ne sono andata, dicendo che trovavo poco rispettoso nei confronti miei e degli altri colleghi puntuali un ritardo così clamoroso per attendere ritardatari cronici e ingiustificati (niente nubifragi, nevicate nè scioperi dei mezzi, per intenderci)
 
odio_via_col_vento
odio_via_col_vento il 26/09/07 alle 22:19 via WEB
io con tutta la buona volontà non riesco mai ad essere in orario. un po' ne apprifitto con civetteria. un po' ne soffro (il mio io interiore bramerebbe essere austrungarco).
un mio amico inglese sostiene che per noi italiani dire : ci vediamo alle 8, non significa "8 o'clock" come per un inglese, ma va tradotto in "non prima delle 8".:) gustosissimo.
 
 
SandaliAlSole
SandaliAlSole il 26/09/07 alle 23:50 via WEB
Mai spaccato il minuto, lo riconosco. Anche se a volte per paura del ritardo tendo a giocare d'anticipo. Mi secca far aspettare, lo riconosco. Ma mi secca anche quando fanno aspettare me :)
Il punto è che sono sposata a un terribile ritardatario, austroungarico quando si tratta di lavoro, terribilmente perditempo in tutte le altre occasioni. Così ho imparato a barare sugli orari, quando siamo invitati a pranzo o cena fuori. Mento spudoratamente e arriviamo in tempo
 
heliumentropico
heliumentropico il 26/09/07 alle 22:49 via WEB
Orari precisi solo quando strettamente necessario. La puntualità è una costrizione cui faccio fatica ad adeguarmi. E che un giorno o l'altro potrebbe anche costarmi qualche bella multa e punti sulla patente. Ovviamente in diversi ambiti lavorativi (ma non tutti), è un sacrificio che paga, nel vantaggio che si ha dalla puntualità altrui. Purché tutti vi si uniformino. A scuola lo studente (il tipo di studente che protesta per avere l'orario flessibile) che protesta non percepisce un vantaggio per sé nella puntualità altrui. Non è che per lui un lavoro vada fatto e basta, e non si va a casa finché non sia finito. Si arriva quando si vuole, e si esce quando suona la campanella, senza flessibilità.
 
 
SandaliAlSole
SandaliAlSole il 26/09/07 alle 23:54 via WEB
No, giuro, non vado in giro con il cronometro! Per tutto quanto riguarda amici e relax, il mio canone è e resta il verso le... che lascia sempre quel margine di respiro. Per il resto cerco di attenermi agli orari che vengono di volta in volta fissati. Per questo trovo fuori luogo una protesta contro una richiesta di puntualità. Mi sembra inconcepibile. Al liceo delle mie figlie, cancelli aperti alle 8.10, inizio lezioni alle 8.20. Chi arriva in ritardo deve presentarsi con la giustificazione e se arriva dopo le 8.30 salta la prima ora, a meno che il ritardo non sia dovuto a vere cause di forza maggiore (vedi stamane, traffico bloccato per una serie di sottopassi allagati).
 
tanksgodisfriday
tanksgodisfriday il 26/09/07 alle 23:43 via WEB
Miti, scusami, ma non posso commentare, proprio non ce la faccio.
Perché vedi, ecco, io sono quello che, si, insomma, mi scappa il quarto d'ora di ritardo, fisso appuntamenti che si sovrappongono, mi trovo dalla parte opposta della pianura padana al momento sbagliato ... non posso commentare, scusami.
 
 
SandaliAlSole
SandaliAlSole il 26/09/07 alle 23:55 via WEB
No, dai, non commentare. su su. niente commenti :)
 
   
ossimora
ossimora il 27/09/07 alle 00:25 via WEB
Io sono allergica gli orologi (e considero tempo libero,solo quello trascorso senza alcun orario) non ne ho mai portati ma sul lavoro sono puntuale e semmai sforo in eccesso (il collega che viaggia con me mi viene sempre a riacchiappare )
 
magdalene57
magdalene57 il 27/09/07 alle 10:17 via WEB
arrivo in orario in stazione e dal medico. stop. :-)))
 
upmarine
upmarine il 27/09/07 alle 13:26 via WEB
Cedesi puntualità in cambio di attenzione. Astenersi perditempo. :-)
 
 
SandaliAlSole
SandaliAlSole il 27/09/07 alle 13:52 via WEB
Mi astengo, allora :)
 
MerMayTayDea
MerMayTayDea il 27/09/07 alle 19:53 via WEB
Ecco arrivo sempre in ritardo "nei commenti" :) avete già detto tutto :))
 
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