Sconfinando

Secondo me la difficoltà principale nel comprendere quale sia la portata reale di un intervento critico, pubblicato via internet, nei confronti di qualcosa o di qualcuno risiede nella novità dell'utilizzo dei blog quale strumento divulgativo della propria opinione. Spesso, per esempio, gli utilizzatori più inesperti di questo mezzo sono quelli che cadono nell'errore di diventare troppo suscettibili, anche se non lo sono di norma nelle loro vicende quotidiane. L'enfatizzazione che il messaggio riceve solo perché è scritto e letto, credo, sia evidente a tutti i fruitori più "scafati". Questo spiega molte delle infatuazioni via internet, molti dei litigi, al limite anche alcune querele, forse. C'è da dire che mentre per la maggior parte delle persone, man mano, le tappe raggiunte nella conoscenza dell'uso dei blog consentono di smorzare via via la propria suscettibilità, per una minoranza questa "crescita" non avviene. Spero che il giornalista in questione sia un neofita consigliato, male, da altri neofiti. Altrimenti farebbe parte di quella minoranza che finisce con il rendere affollati i Tribunali anche per banali liti condominiali.

Sai che temo la seconda ipotesi?

qualche tempo fa scrissi della eccessiva attitudine all'analisi, a discapito di quella virtuosa che andrebbe indirizzata alle attività di osservazione. Eccone un esempio applicato.

Lo avevi scritto, mi ricordo... Ciao A.

Ora mi hai rotto le palle. E ti denuncio all'autorità giudiziaria per diffamazione.
Cara Miti il problema è che va bene anche prendersi sul serio ma scomodare la legge perché non si è in grado di rispondere per le rime suona tanto come andare dalla signora maestra perché il compagno ha tirato il fiocchetto. Se le denunce per diffamazione costassero, a carico del perdente, una bella cifra penso che uno ci penserebbe un minuto in più prima di appesantire ancora di più le cancellerie dei tribunali. Che due maroni. Ora vado a denunciarti.

Mr Up, fermati! Non si potrebbe cercare un accordo extragiudiziale? :)

troppo sul serio, si! oppure le seconde linee cominciano a sentiri importanti!

Anche. In generale, temo però sia davvero una grande incapacità da dare il giusto peso e la giusta misura alle cose. Cosa che si riflette poi in modo decisamente più grave in altri e ben più importanti aspetti del nostro cosiddetto vivere civile-

infatti e i risultati si vedono! comunque mi pare che "il civile" in italia ormai sia in via di estinzione

Questo accade perchè si sente il bisogno di rimettersi all'altrui arbitrato, come se questo significasse necessariamente qualcosa. Persi, irrimediabilmente probabilmente, i tempi nei quali le discordie si risolvevano da uomini guardandosi negli occhi...effetto della globalizzazione o della femminilizzazione di un'epoca? Saluti.

Mi spieghi, se vuoi, questa idea della femminilizzazione di un'epoca?

Veramente sarebbe un discorso un po' lunghetto. Sintetizzando diciamo che gli uomini tendono a somigliare troppo alle donne, rinunciando ad una certa fisicità liberatoria. Non siamo eguali, ed il fatto di avere pari dignità, pari capacità e pari opportunità non indica che dobbiamo necessariamente avere pari modi di sentire e di agire. Non migliori o peggiori ma semplicemente diversi e, forse, complementari: non è questo il significato della genesi greca? Rispetto e partecipazione non posso significare semplicemente annullamento.... Buona giornata.

Ti chiedo scusa per il ritardo con il quale rispondo a questo tuocommento.Mi era sfuggito e pensavo che fosse sfuggita a te la mia domanda. Chiedo venia. Sul fatto che siamo diversi mi trovi del tutto concorde. Sulla questione fisicità, vorrei capire un po' meglio. Traduco ciò che ho capito io, giusto per vedere se ho interpretato correttamente il tuo pensiero. Un tempo, nemmeno così lontano il ti aspetto fuori era una delle modalità di composizione o scomposizione delle diatribe tra uomini. Venendo meno questa modalità, per una serie di fattori anche e soprattutto educativi, gli uomini si sono in qualche modo appropriati di una modalità più femminea di comporre le diatribe, che passa dalla pancia e dall'emotività piuttosto che dalle mani? Ho capito male?

Corretto. Diciamo che la modalità "ti aspetto fuori" risolveva le questioni in modo diretto, forse un po' barbaro, ma senza creare rancori che si incancreniscono. Una parola mal detta dovrebbe rimanere questo: solo una parola mal detta. Generalmente le donne son più sottili nei loro comportamenti, ma hanno una capacità di discernere maggiore e quindi di far rientrare le cose nei loro termini naturali. Gli uomini no. Una volta lanciato il guanto non ci si può ritirare... l'avere compresso questa dinamica fa si che vi sia una continua stura di insinuazioni, illazioni, citazioni e richiesta di arbitrati. Ma se sei convinto di ciò che fai, a che scopo richiedere un arbitrato, di qualunque natura?

Penso che se si discute anche con una certa animosità, è possibile confrontarsi. Ma la litigiosità che sfocia nella querela proprio non la capisco.

Nemmeno io, marea. mi sembra così fuori luogo

Più che altro mi sembra una sopravvalutazione dei poteri blogghici, Moncalvo ha rai due, potrebbe accontentarsi.

Mancanza di senso della misura dici tu?

E' un problema totalmente italiano, qualcosa che in moltissimi paesi esteri è del tutto sconosciuto. Il prendere tutto personalmente, il querelare a destra e a manca, il non saper accettare le critiche perché si pensa di esserne al di sopra. Come, IO criticato??? No, l'Italiano Medio non ama la critica e adora lo scaricabarile. Nessuno nel nostro paese è capace di prendersi le proprie responsabilità e passa sempre la colpa a qualcun altro. Uno dei motivi per cui il mio paese, che per tante cose adoro, mi sta a volte profondamente sul pisello e uno dei motivi per cui continuo a viverne fuori. Ci pensavo su proprio ieri sera, tra i dolori ai muscoli dell'influenza e le mille soffiate di naso e dopo essere appena tornata da 15 giorni di paesello natìo. Ci tornerei, ora, dopo 21 anni all'estero? No, è stata la risposta. Troppe cose che non mi vanno e che mi renderebbero profondamente infelice/incazzata. Buona domenica.