Sconfinando

Aspettando lunedì

"Ora che gli USA hanno dichiarato che la Cina non è più nella lista nera delle nazioni che commettono violazioni di diritti umani, e che anche l'India ha preso una posizione a favore della Cina, voglio vedere come si comporterà l'Europa e l'opinione pubblica. Intanto, La Cina ha accusato il Dalai lama di fomentare la rivolta."
Questa frase, estrapolata dalla cronaca di Orientalia4All, rappresenta forse la perfetta sintesi delle domande che da tempo mi pongo e alle quali non trovo risposta, neppure parlando con amici che in Cina da tempo lavorano.
Il Dalai Lama parla di genocidio culturale ma non chiede il boicottaggio dei giochi olimpici. Federico Rampini traccia un quadro desolato e pessimista: Il dialogo non paga, dunque, perché apre la stura a rivendicazioni destabilizzanti e incompatibili con la logica autoritaria del regime. Questa è la lezione tragicamente memorizzata dal gruppo dirigente attuale, ed è di pessimo auspicio per il destino dei tibetani nei prossimi giorni.

In questo scenario, l'impotenza ha il colore e il sapore dei limiti della solidarietà umana, civile, e morale, che non riescono a tradursi in azione concreta.

Però, per non rimaner troppo avulsa dalle miserie italiote,
propongo due segnapost.
Perchè a volte non ci si ricorda da che parte si sta.
E perchè sembran tornati i tempi in cui invece della luna,
ci si ostinava a guardare il dito.