Sconfinando

I fatti, oltre le parole

E in Francia è il momento della solidarietà. Scatta il parrainage, la protezione, l'adozione morale (e non solo) per i figli dei sans papier.
Bambini, adolescenti, ragazzi, nati in Francia, scolarizzati in Francia, molti di loro parlano solo francese, che ora rischiano l'espulsione insieme ai loro genitori. Si parla di 50.000 allievi in tutta la Francia.
E così è il momento di dimostrare che la Fraternitè non è solo una parola.
Si mobilitano giornali, editori, scuole. Ma anche singoli cittadini e famiglie. Alcune con forme di parrainage ufficiali, altre letteralmente nascondendo gli scolari e ospitandoli a turno presso di sè.


Un bell'articolo di Massimo Nava dal Corriere della Sera.

[L'immagine è un acrilico su porta di Yoan Cornillon]

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Che il copia e incolla sul web sia diffuso quanto il raffreddore a marzo è cosa nota e risaputa. Che non sempre sia facile, soprattutto in materia di immagini, risalire alla paternità e agli autori, è altrettanto vero. Che ci siano dei principi ai quali sarebbe bene attenersi è però sacrosanto.
Per questo motivo, io, oggi, adotto questo post.

Pratica di Mare - Bologna

A Bologna il relitto del DC-9 Itavia, abbattuto a Ustica il 27 giugno 1980.
Quel che resta del velivolo verrà conservato in un museo della memoria.
Nella speranza che un giorno chiarezza e giustizia sia fatta.
In nome di quelle 81 vittime.

Delle diverse questioni

Che poi a ben pensarci un po' di operazione-verità anche con me stessa è giusto la faccia. Perchè se è vero - come è vero - che questo luogo è nato per me, è anche vero che sono consapevole che ci sono persone che passano e leggono. A volte commentano. A volte no. Presenze. In ogni caso presenze. E questa consapevolezza mi ha in qualche occasione frenata. O mi ha spinto per lo meno a riflettere sull'opportunità di scrivere determinate parole in un determinato momento. Ma che io sia consapevole di queste presenze è un conto. Che io debba preoccuparmi di qualche giorno di assenza è un altro. Decisamente un altro paio di maniche.

Dell'inventar l'inutile

Del "mai più senza" è pieno il mondo. E la sagra dell'inutile prolifera di inutili novità, inutili iniziative, inutili inutilità. Tanto più inutili tanto più cercano di convincerti che davvero è strano come tu possa aver vissuto finora senza.
Senza un blog sitter, ad esempio.
Un simpatico giovanotto (chissà perchè me lo immagino così) che si offre (suppongo dietro modico compenso) di tenerti vivo e arzillo il blog, nel caso tu te ne debba allontanare per un po'.
Già, perchè senza aggiornamenti le visite calano, i contatti rallentano, il blog diventa povero, asfittico. Muore.
Oppure gira su se stesso come il pesce nella boccia.
Più o meno.
Gente seria eh.
Che promette di tenerti vivo il diario attenendosi alla linea che tu gli hai finora dato.
Mica si può tradire la fiducia del cliente, sia chiaro.
Quindi, ora che le vacanze si avvicinano, c'è una soluzione per tutto.
La nonna al ricovero, la zia alla pensione Mariuccia, il gatto all'amica compiacente, il blog al blog sitter.
E il cane in autostrada.

Taffetà caro

Ovviamente nessuno capisce il motivo.
A parte i diretti interessati.
Perchè il ripetere una battuta di un film visto e rivisto decine e decine di volte scateni ogni volta quell'irrefrenabile ilarità.
Perchè la frase "ci deve essere una stradina... ah si, quella" porta uno dei due a piegarsi su se stesso con le lacrime agli occhi?
Perchè se lui ti guarda e sussurra "mostri..." tu senti il riso convulso salirti in gola?

Papà, inutile che scuoti la testa.
Siamo fratelli.
Anche questa è la nostra storia.
E ci è rimasta dentro più di quanto tu creda.
[E poi lo vedo che viene da ridere anche a te]

Pratiche questioni oltre confine

Gli sguardi eloquenti: voi siete matte. Eppure a noi piaceva. L'idea della tappa a Marsiglia, l'idea di portare i bambini al castello d'If, e sì, dai, anche il vecchio porto ci aveva fatto dare briglia sciolta alla fantasia.
Poi il collega, l'amico, l'amico dell'amica, la sorella della segretaria e pure quel giornalista di Repubblica. Le macchine cariche, gli otto bambini, dai leggi: Marsiglia e Nizza.
Vabenevabenevabenevabenevabene vabenevabenevabene.
Pusillanimi.
Rapido giro di sms.
Aix?
Io ci torno volentieri.
Anche io.
Io pure.
Aggiudicato.
Aix sia.

Ma quanti siete? [Famille nombreuse]

A dire il vero non lo so. Anagraficamente 5. Più il criceto. Consanguineamente non saprei. Un figlio unico da una parte. Un fratello dall'altra, che finora sembra aver soddisfatto i suoi desideri di progenitura con le nipoti. Poi ci sono zii, prozii, cugini: una mezza tribù un po' dispersa ma ben consapevole del nucleo di appartenenza.
E poi ci sono loro. E come li chiami? Visto l'abuso del termine amicizia, amici è davvero un po' riduttivo. Però consanguinei non sono. Ma è come se lo fossero. Insieme da così tanti anni da potersi ricordare anche di quando tua mamma ti proibiva di uscire la sera. Così intimi da sapere quanto tempo e con chi sei stato. E chi ha lasciato chi e perchè. Così attenti da essere presenti quando c'è bisogno. E anche quando bisogno non c'è. Solo per il piacere di esserci.

[p.s. qualcuno mi aiuta a trovare il brano in versione integrale? In rete solo spezzoni]

Indegno memopost del mattino

9+3

Per quanto sia cresciuta, il mio calendario resta quello di un tempo. Dura da settembre a giugno. Poi tre mesi, su per giù, di limbo. Non è anno vecchio. Non è anno nuovo. E' transitorio.
O forse, semplicemente, è estate.
Dodici settimane d'estate. Sere più lunghe. Un cine all'aperto. L'anguria. Il gelato. Zanzare.
Magari un'ora in giardino a cogliere quel velo d'aria che s'alza.
Domani al lavoro.
Certo, lo so.
Ma ora sto bene qui. I gatti in amore, mi inquietano un po'.
Fine giugno.
Poi luglio e l'agosto.
A settembre si riparte.
Per un nuovo anno.