Sconfinando

Ab-Normal

Normalità.
Bisogno di normalità.
Quale.
La mia. La tua. La sua?
Normale è la sveglia alle 6, un'ora di lavoro, mentre la casa sonnecchia.

Normale è correre a scuola. Libri, quaderni, dopo scuola che fai?

Normale è il caffè noi due, un momento di fiato prima di separare le strade.

Normale è la cena, il bucato, la spesa, gli amici, gli stessi, insieme la sera.
Io, Laura, Patti in cucina, parlare parlare parlare, le pentole bollono, il vino va giù.

Normale è il film la domenica sera. Tappeto, divano e una tazza di latte.

Normale è partire, normale è tornare.
Normale è non esserci ma in fondo essere sempre lì.

Normale è un abbraccio, un broncio, un capriccio, un bacio, un facciamo la pace.

Normali i libri, la musica, il rimmel rubato dalla mia borsa.

Normale, normale, tutto normale.
Poi apro il giornale.
E tutto questo forse normale non è.

Ego te absolvo

Carica di energie positive.. si dice così no?
In una giornata tre colloqui con il G.C. e due confessioni alla macchinetta del caffè.
Armata di ascolto e comprensione alla ricerca di soluzioni compatibili con l'ecosistema aziendale (il GC a volte arriva a livelli mistici).
Si passa dal confessionale al sancta sanctorum in un battito di ciglia.
E' la camera caritatis che mi crea un po' di inquietudine.

Martella Martella

I bassi nello stomaco.
Luci.
Musica.
Mani alzate.

I'm going through a black, hey, Capricorn day
And though it doesn't seem so
I've got to get this way
I'm going through a black, hey, Capricorn day
Though you want to check me out
I'm not the man to play, play, play, play
Hey hey

Post N° 91

In attesa dell'inizio del concerto. Musica a palla. Ho già voglia di ballare.

Grattatio Capitis

Bloccata su un pezzo che dovrebbe essere pronto fra un'ora.
Ci provo da stamane.
L'ho preso, mollato, ripreso.
Ne ho terminati altri nel frattempo, modificando ordini e priorità.
Ora però non posso rimandare.
Guardo gli appunti scritti malamente.
Fisso il monitor, cercando un'idea che non viene.
Appallottolo tutto e butto nel cestino.
Un caffè e ricomincio.

Sentita ieri

Nel corso di un convegno che si è svolto ieri a Milano, il ministro dell'Innovazione Stanca ha parlato di competitività.
A quanto pare, nella nuova classifica mondiale redatta dal World Economic Forum sulla base di indicatori economici e attese di sviluppo dei principali attori economici l'Italia è ancora al 47esimo posto, come l'anno scorso.

«Ma - ha detto Stanca - abbiamo superato il Botswana, che l'anno scorso c'era davanti».

Parbleu!

Dire-fare-baciare... Lettera

Mittente "xyz"
Subject: "Non sono morto".

E' già qualcosa, mi dico.

[..]"perdona questo silenzio [...] mi sono preso un momento per decidere cosa fare della mia vita..ed ho trascurato le persone che mi stavano intorno..ma ne sto uscendo..so che questo lungo silenzio può esserti sembrato strano, ma ho preferito allontanarmi da tutto e da tutti.[...]".

Bene. Ora sei tornato.
Quant'è passato?
Un anno?
Due?
Forse di più.
Alla faccia del "momento".
I rapporti che si accendono e spengono a comando.

On-Off
On-Off
On-Off
Ops.. temo mi abbiano tagliato i fili.

Queste me le segno

Giuro. Non credevo alle mie orecchie.
L'ha detto davvero.
"Questa versione può essere deployata sull'intera infrastruttura".
Perchè non ho avuto la forza di alzarmi e andarmene?

Sentita per radio e verificata sul sito.
L'orrendo videofonino è un marchio registrato.
Questo significa che Hutchison Whampoa, alias H3g, alias 3, si è presa la briga di registrare l'orrido neologismo, che sulle loro comunicazioni compare infatti così "videofonino®".

Bene, vado a registrare "cielo stellato", mi piace di più.

Dita incrociate

Ammetto. Sono scaramantica.
Mi alzo con il piede destro al mattino,
non canto prima di aver fatto colazione,
se rovescio il sale, di nascosto ne butto un pizzico alle spalle.
Se rovescio il vino, dopo aver imprecato, ne passo una goccia sul collo, di buon auspicio.
Se rovescio l'olio, impreco e basta.
La sfortuna è già dover ripulire.
Non temo gli specchi rotti nè gli ombrelli aperti in casa, ma con i gatti neri cerco sempre il patto: decidiamo chi passa per primo.
Non mi curo troppo delle scale e del come aggirarle, ma non regalo un portafoglio vuoto nè accetto spille senza aver dato almeno un centesimo in cambio.
Sorrido ora che lo scrivo, sembra tutto sciocco e infantile.
Ma poi lo so che domattina ricomincio daccapo, col mio piede destro che cerca il pavimento e la prima canzone solo dopo il caffè.
Il che - dicono in casa - non è esattamente un problema :)

Rammendar calzini

Nel libro "I cani di Riga" di Henning Mankell, il commissario Wallander parla con la figlia della società che tutto consuma. E a un certo punto sostiene che tutto abbia avuto inizio quando gli svedesi hanno smesso di rammendarsi le calze.
Le calze bucate, a un certo punto, venivano semplicemente buttate via.
"Finché si è trattato solo di calze...." è la frase di Wallander.

E ci penso.
Porto la stampante a riparare, mi guardano con occhi sbarrati: ti costa meno prenderne una nuova.
Ah già.
Elena rompe una fibbia dello zaino: ricambi? nemmeno a parlarne, ti conviene comprarne uno nuovo.
Già.
E perchè sostituire il vaso del robot da cucina? E' antiquato ormai e ce ne sono di nuovissimi con 12.500 funzioni e 75 velocità.

Tutto vero.
Ma io non voglio un robot nuovo, nè uno zaino nuovo e nemmeno una stampante nuova.
Mi vanno bene quelli che ho. Desidero solo aggiustarli.

Mi domando. E se si rompe la mia vita, che faccio. La butto via??


p.s. Lo zaino di elena l'ho aggiustato, e le nuove fibbie in cuoio colorato fanno un figurone!!!
Il bicchiere del robot da cucina alla fine l'ho trovato in un polveroso negozio di ricambi.
Solo per la stampante non so ancora come fare. :)