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Auto biografia del papero ( nona parte )


Alla Pellerina, il parco di  cui vi ho già parlato, nelperiodo estivo vi era un tendone che fungeva da biblioteca. Potete immaginare un ragazzino di 10/12 come era strafelice di tutto questo ben di dio. Ad agosto normalmente i miei amici non c'erano , e noi non sempre potevamo permetterci una vacanza, ecco che allora il parco diventava il nostro luogo di villeggiatura. Io sparivo dal mattino alla sera, dopo avere girato sognando di essere un novello Tarzan e facendoi il bagno nella Dora. C'era un posto del fiume dove la corrente era del tutto inesistente quindi tutto sommato si era tranquilli. L'Acqua non era profondissima e per qualche centinaia di metri ci si poteva permettere una bella nuotata senza correre il rischio di essere trascinati via. Entravo nel tendone in punta di piedi come un umile Indiana Jones al cospetto dei libri " sacri ". Essi andavano dai racconti di Verne, a Kipling, Dickens, Bourroghs, Salgari e altri ancora. Insomma il gota degli autori per ragazzi. Oltre ai libri numerosi fumetti da Tex a Zagor, Topolino ecc. Con tutto questo la fantasia viaggiava lontano.
  
  Il parco diventava una foresta della giungla oscusa, un'altra volta diventava una landa dell'Antartide, altre volte era un deserto. L'Unica cosa che stonava in quel agosto , era un dannato jukbox che suonava incessantemente sempre lo stesso cantante : Baglioni !
Quello della famosa maglietta fina. Dalla mattina alla sera era un incubo, penetrava nel cervello per non tolgliersi più, Ricordo che mia madre un giorno disse a mio padre : " se vedi che si alza il vento ( era una giornata senza sole e anche freddina per essere in pieno agosto )  fagli mettere la  maglietta tanto è fina". A quelle parole urlai : " Bastaaaaaaaaaa anche tu ti ci metti con stà maglietta fina ". Mi guardarono come fossi un matto evaso dal manicomio di Collegno, poco mancava che chiamassero la neuro. Ovviamente la mia curiosità nei confrontidi quella scatola che emetteva suoni era enorme, ma ancor di più cercare di capire se vi era solo una canzone, la maledetta maglietta fina.Con stupore notai che vi erano anche altre canzoni, ma era come se non ci fossero state. Le persone digitavano sempre e solo quella. Può essere una causa del mio astio verso il Claudio nazionale, io a quei tempi non disdegnavo il rock alla Elvis o dei Beach Boys, Rolling stones, Animal's , insomma genere un tantino diverso , che  a parte i Beach Boys presenti con un paio di pezzi tutti gli altri erano inesistenti.
 
  In ogni caso anche con l'incubo della maglietta fina  ho un ricordo stupendo che rimarrà per sempre nella mia mente assieme a quel tendone che tante avventure mi diede da leggere.