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Auto biografia de papero ( tredicesima parte )


Chi non ha mai “ Bigiato “ la scuola alzi la mano , io presi l’abitudine di farlo alle superiori , peccato che il  giorno scelto era il lunedì, con negozi chiusi ( e supermercati allora non  esistevano a parte lo Standa ) e non avevo  manco la possibilità di andare a vedere l’allenamento della Juventus quando ancora giocava al vecchio stadio Comunale ; ma questa è un’altra storia. Tornando alle medie inferiori , l’ultimo anno , per non rovinarmi la media dei voti in italiano/latino( allora si studiava non su base volontaria ) anziché andare a scuola a svolgere il compito in classe , decisi di tagliare o bigiare;  tra l’altro era pure un pomeriggio,in cui avevo il rientro.Era verso maggio, quindi quasi alla fine dell’anno scolastico, mancava ovviamente l’esame , ma questo lo si sapeva ; quello che non ci si immaginava o sapeva era  che la prof.  mettesse in atto il compito in classe, nonostante fossimo contrari e la pregassimo di non farlo. Come ho detto eravamo a maggio, belle giornate solari, perché stare dentro a quattro mura a cercare di declinare le famose locuzioni latine ? Meglio una bella partita al giardino sotto casa . Ebbene ero intento nel mio splendido cross con il pallone per permettere al nostro attaccante di segnare che sento una vocina chiamarmi : “ Marco”. Non feci subito caso, ma poi la vocina divenne doppia , poi tripla e tutte quante a chiamare lo stesso nome  : “ Marcoooo ! “.Mi girai e vidi tre compagni della mia classe. Rimasi perplesso e non poco, domandai se anche loro avessero tagliato o bigiato qual si voglia da scuola. Macchè , mi risposero, la prof ha deciso di non fare più il compito in classe ( sorriso a tutto tondo sulla faccia dei miei compagni ) e di venire qui al giardino , vuole tenere lezione  qui. “ Qui ? “ Sbiancai manco avessi visto un fantasma.  “ Come qui ? Non esistono altri giardini in zona ? “. Per quello esistevano , ma erano lontani dalla scuola. Dissi  a loro di dire alla suddetta genia di andare a Musei, in centro , per chiese ma non qui, ma nulla poteva farla ritornare sulla sua decisione : ai giardini si teneva la lezione. Uno di loro mi indicò con il dito l’avanzare della classe con in testa la prof, al che non ci  misi molto a capire che era meglio “ tagliare o bigiare “ anche da lì , con un volto che faceva capire chiaramente che loro ( i miei compagni ) non mi avessero visto, mi allontanai di gran carriera. Tornai mestamente a casa dai miei nonni, i quali sorpresi nel vedermi dissero : “ Ti è successo qualcosa ? “.“ Si nonna, ho visto la jella arrivare e me la son svignata, aveva il volto della prof di italiano “. E così dicendo mi immersi nella lettura di un album di Capitan Miky.Per la cronaca il compito in classe non lo svolgemmo più ,  almeno il mio “ sacrificio “ era  servito a questo. Sulla partita no comment, nel mentre ero interdetto su cosa facessero i miei compagni li,  gli avversari mi soffiarono la palla e andarono in rete, con tanti vaff.da parte dei giocatori della mia squadra.