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Auto biografia del papero ( parte quindicesima )


Ora accenniamo alle visite dei parenti, chi di voi no ha avuto visite dai parenti ?  Dopo appunto avere traslocato nella nuova casa, sempre in zona ( Madonna di Campagna) ci si vedeva di frequente, anche perché sullo stesso piano abitava la sorella di mio padre con marito e figlia . All’inizio non era male, ma poi  i discorsi erano sempre i soliti,per cui l’unico rimedio era mettersi una bella cuffia e sentirsi la radio o i dischi. Ogni tanto la toglievo , caso mai avessero intrapreso altre argomentazioni, ma nulla da fare, mia zia le riportava sempre lì.Partivano dalla futura  pensione  , lei era l’unica che non lavorava, faceva la casalinga, anche mia cugina  lavorava ( è più grande di me di sette anni ). Poi dalla pensione si passava  ai pettegolezzi sentiti dalla parrucchiera, poi arrivava il piatto forte della serata, anzi di tutte le serate  : La morte del mio povero zio. Iniziava così l’introduzione del discorso di sua moglie : “ Aldo ( mio zio ) quando non ci sarai più…” Ovviamente il diretto interessato oltre che toccarsi si incazzava un bel po’. “ Sempre mi devù crepè  e ti ? “( sempre io devo crepare e te ? ). Per la serie facciamo una settimana a testa . Fossero stati anziani la banda dei quattro ( zii e genitori) l’avrei capito, ma qui parlo di più di 30 /40 anni  fa, Insomma discorsi che per un ragazzino non erano il massimo. Per la cronaca mio zio è morto da non moltissimo tempo,e come aveva predetto zia Nostradamus è mancato prima di lei , ma quando vado a trovarla o viene mio padre da noi il discorso torna sempre alle origini :   " Quando sarò morta/o “..e qui purtroppo  non posso più scappare mettendomi le cuffie e alzando il volume della radio.