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Auto biografia del papero ( 17 parte )


Per molti di voi cari lettori e lettrici, sembrerà incredibile ciò che sto per dirvi, ma il sottoscritto nell’età fanciullesca era molto ma molto timido ; per cui è facile  capire il mio comportamento verso il gentil sesso nella mia classe. Ammetto che c’erano alcune ragazze carine e una la si poteva  definire veramente bella. In particolare , avevo una predilezione verso una certa Flavia, che oltre ad essere carina , simpatica, faceva morir dal ridere con il suo accento veneto. 
Abitava vicino a mia nonna materna, quindi percorrevano  la strada insieme , chiacchierando e scherzando .Come ho detto , ero e in parte ancora adesso,  rimango timido, e cosa fa quando uno è timido ? La cosa più ovvia ma anche  più sciocca del mondo : si porta con se’ gli amici. Una mattina ,mentre  eravamo in vacanza, siamo andati a “ rompere “ le scatole alle persone mentre dormivano ancora ? Ecco che mi viene in mente questa sublime idea, andare a scocciare Flavia, ma non da solo, con gli amici. Pensavo di avere l’esclusiva per questa idea intesa , invece no. Un altro mio compagno, che anche lui bramava al desiderio della donzella, ebbe la stessa idea e idem con amici.  
Ora immaginate per un attimo la scena : 7 o 8 ragazzini sotto lo stesso portone ; due aspiranti  Romeo e una Giulietta sola. Il massimo per una ragazzina e anche per una donna. Che fare ? Buon viso a cattivo gioco è stato il mio motto in quel momento. Ci coalizziamo insieme ed incominciamo a suonare il campanello, il portone si apre e noi come barbari “ sognanti “ ( non quelli di Maroni sia chiaro ) saliamo sulle scale, piantando un casino della madonna. Ci fermavamo al piano di sotto, per non farci riconoscere.La cosa andò avanti una decina di minuti, tra una suonata al citofono e l’apertura del portone di casa, fino a quando Flavia scocciata uscì sul pianerottolo. In quello stesso momento , tutti, e ripeto tutti noi , ci bloccammo , con la bocca aperta come davanti a un quadro di Michelangelo , Da Vinci ecc. La suddetta era in vestaglia, trasparente e sorrideva perché aveva da tempo capito chi poteva essere, ma non immaginava che ci fosse la banda dei disperati al completo. Questo mitigò un po’ il sorriso, e come vendetta disse : “ siete in troppi altrimenti vi facevo entrare in casa per la colazione, i miei genitori son al lavoro, peccato , vero Marco ? “.Poche parole a buon intenditore ;  a capo chino scesi le scale senza dire una parola. Anche l’altro Romeo scese ma non in assoluto silenzio, anzi commentava la mise della fanciulla e quello che si intravedeva. Ci salutammo e mentre i miei amici andavano al giardino a giocare a pallone, io tornai a casa e per tutto il tragitto esclamai questa parola : Pirla…pirla…pirla…e ancora oggi ammetto e confermo : Pirla !