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5 Avenue blues


Passeggiavo sulla Quinta avenue, quando all’incrocio vedo un tizio che suona.               
Mi avvicino, quel suono riempie l’aria, ma la gente se ne scappa via senza fermarsi un attimo.Mi avvicino il tizio, un uomo di colore, abbastanza vecchio, pizzica sulle corde della sua chitarra.                        
 “ Hey vecchio, ma che musica è ? “. Non alza la testa per vedere chi le ha posto questa domanda, ma mi risponde: “ Devi essere un bianco per fare questa domanda idiota “.Ero seccato da questa risposta, l’ultimo che mi aveva dato dell’idiota si era fatto un mese all’ospedale. Ma qualcosa in questo vecchio mi diceva che aveva ragione.  “ Non ho mai sentito nulla del genere “ amico.“ Perché non sei nato nei campi dei cotoni, sei un bianco, e quelli che hanno il colore della tua pelle, non hanno dentro di sé questa musica “. Il vecchio continuò a suonare, mentre la sua voce roca si librava nell’aria. Il tempo era un quattro quarti, di questo ne ero sicuro. Quello che non sapevo era come diavolo si chiamasse questa dannata musica. Il vecchio sembrava avermi letto nel pensiero e rispose: “ Blues, semplicemente blues “.Non dissi nulla, presi una moneta e la misi nel cappello che aveva poggiato a terra, poi mi voltai senza dire nulla. Ero un idiota bianco che avevo sentito un blues…Il bello era che mi piaceva.