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Il documento del disonore ( capitolo quinto )


 Giungemmo a Baker street verso l’alba. Holmes seppure provato non volle prendersi un attimo di riposo, si struccò e  dopo una lavata e una veloce colazione , mi espose cosa fosse successo dentro al Black Roose. “ Entrai mischiato ad altri frequentatori, guardai in giro per vedere  qualche faccia nota, ma nulla. Presi da bere e con la pinta di birra in mano , incominciai a vagare per il locale con totale indifferenza. Lentamente mi avvicinai alle scale che portavano al piano superiore “.“ Cosa andava a fare ?  “ domandai. “ Deve sapere caro amico, che il Black Roose è un locale che appartiene a Moriarty, anche se ovviamente è intestato a qualcun altro della sua banda. Sapevo da fonti che non sto a spiegarle, che nei piani superiori si trova  una stanza , con una cassaforte con dei  documenti “. “ Capisco quelli che riguardano il giovine austriaco vero ? “.                     
   “ Esatto Watson, avevo poco tempo  per aprire la cassaforte , rubarli e dileguarmi  senza farmi notare. Entrai nella stanza, e senza troppi intoppi l’aprì , il documento era  a portata di mano. Ma qualcosa in me  fece sorgere un dubbio, era tutto semplice , fin troppo facile “. “ Una trappola ?  “ chiesi .“ Purtroppo si e io come uno stupido ci sono cascato. Sentì alle mie spalle dei passi, feci  a malapena in tempo a voltarmi che la testa mi esplose, mi avevano colpito, il resto lo sa ;  senza di lei ora sarei morto “.Stetti in silenzio per un attimo immaginando il mondo senza Holmes e me stesso.“ Ora che faremo ? “.                            
 “ Elementare Watson, guardi questo bottone, l’ho preso alla persona che mi colpì prima di cadere svenuto  , lo osservi bene amico mio “ .Dicendo così me lo passò, era un bottone senz’altro militare, non di sicuro di un soldato semplice, era troppo curato, splendeva ,  se posso usare questo termine, lucente e non perché fosse stato pulito da poco. “ Bravo Watson, analisi perfetta. Un bottone militare appartenente a qualche ufficiale. Ora rimane solo da stabilire a quale corpo appartiene  “.  Holmes si accese la pipa e incominciò come suo solito a passeggiare nella stanza, io osservavo il bottone, ma sinceramente non mi dava nessun altro indizio. Questo silenzio andò avanti una mezz’ora circa, poi il mio amico disse : “ Che stupidi siamo Watson, chi frequenta quel genere di locale oltre i soliti clienti e qualche danaroso dandy ci sono anche i marinai, ecco a chi appartiene questo bottone  “.Prese la lente ed esaminò ancora più accuratamente il bottone in questione. Notò che vi era un graffio   non profondo ma che ad un esame attento  si notava che il bottone era stato scalfito, forse, da una spada o coltello.“ Un duello ?  “ pensai ad alta voce .          
    “ Potrebbe essere, non è un’idea da scartare caro Watson, anzi è probabile . Presto , caro amico , dobbiamo uscire e andare al Ministero della Marina militare, senz’altro potranno darci delucidazioni in merito a certi ufficiali e chissà, magari a duelli  “.Trovammo una carrozza e demmo l’indirizzo del Ministero. La città oramai era sveglia, la gente andava e veniva, le carrozze scorazzavano  per le vie  portando i loro clienti a destinazione. C’era una parvenza di sole. La nebbia , che avvolgeva il mistero del giovine pupillo, sembrava dipanarsi.( continua )