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Il documento del disonore ( capitolo ottavo )


La carrozza sfrecciava per le vie di Londra come un razzo. Il vetturino lavorava di frusta su quel povero cavallo , per lui c’erano ben due sterline se riuscivamo ad arrivare al Tower place nel minor tempo possibile.            
    “ Watson, ha con sé la pistola   ? “ domandò il mio amico .Con la testa feci un cenno affermativo. “ Perfetto,  controlli se è carica, come sto facendo io con la mia, preghiamo solo Dio di non doverle usare“. Il volto di Holmes era come quello della Sfinge, inutile porle domande in questo caso. I nostri nervi erano messi alla prova suprema :  arrivare prima di Moriarty e recuperare i documenti pericolosi.         
   “ Ecco il Tower place  “ urlò il vetturino. Holmes senza aspettare che si rallentasse, si buttò letteralmente dalla vettura. Entrammo nel locale ,  non aveva nessuno paragone con il Black Roose, questo era di lusso . Dando un’occhiata non vidi  gente di pessima risma. Andammo al bancone e con evidente mia sorpresa  , Holmes domandò un  “retsina blood e un ouzo drink per me  “.Lo guardai interdetto, entrambi non disdiciamo  un brandy o gin , ma questi liquori non li avevo mai sentiti prima, e soprattutto non avevo mai visto il mio amico bere in servizio, se così si può dire. Il barman senza dire parola ci portò le bevande richieste. Ancora più grande fu la mia sorpresa quando mi sovvenne che stessi bevendo del brandy annacquato , se vogliamo essere precisi. Stavo per dire la  mia, quando Holmes mi fece segno di stare zitto e con nonchalance chiese di poter parlare con il signor Curtis.“ Sono io  “ rispose.  Era il barman,  alto circa un metro e ottanta, magrolino.  I suoi baffi erano all’insù, la fronte era spaziosa e aveva un monocolo. La mia prima impressione su questo tizio era che sembrava troppo snob per stare dietro a un bancone, ma come si sa l’abito non fa il monaco.  “ Piacere  sono Sherlock Holmes con il mio amico Watson. Ci manda il capitano William. Può darci ciò che lei sta nascondendo ? “ .Curtis ci squadrò, non disse nulla, ma ci fece segno di seguirlo. Andammo dietro a una tenda, la stanza era vuota. Tirò giù un quadro, apparve una piccola cassaforte. L’aprì. Prese il contenuto e lo diede ad Holmes dicendo : “  Eccolo , non voglio sapere cosa contenga, ho fatto un piacere a un amico , questo è tutto    “.Holmes prese i i documenti  e se  li mise nel cappotto. “ Bene signor Curtis, lei ha reso un gran servizio al paese, mi creda. Permette che le stringa la mano ?  “ . “ Volentieri signor Holmes  “. La stretta di mano fu suggellata da un mio “ evviva “ appena mormorato.            
   Poi il mio amico si rivolse a me e disse , con tutta calma :  “  Watson , faccia il favore , telefoni a Lestrade , all’amico qui presente ci penso io  “ dicendo così tirò fuori la pistola.  “ Ma Holmes…cosa sta… “ .  “ Presto  Watson, non perda tempo, faccia come  le dico  “. A quell’ordine impartito con quel timbro di voce che non ammetteva repliche, mi avviai al telefono.   Mentre mi allontanavo sentì dire : “ Allora caro   “ finto “ Curtis, hai un nome oppure no ?  “ .Quando tornai , domandai ad Holmes come aveva fatto andare a colpo sicuro sul   finto   Curtis  ? “   “ Caro Watson , mi scuso con lei, ma questo bel tomo non è affatto l’amico di William. E’ un impostore , un uomo di Moriarty”. Intanto Lestrade era arrivato trafelato al seguito di un paio di poliziotti.“ Vede amico mio, uno che lavora dietro a un bar, dovrebbe sapere bene cosa le domandano i clienti. Il Retsina è un vino bianco dell’isola di Creta, mentre l’ouzo è un tipico liquore al gusto di anice . Il nostro amico qui presente ha versato del brandy totalmente annacquato, inoltre i liquori non si versano nei primi bicchieri che capitano a portata di mano, in questo caso quelli della birra ,  quindi poteva solo essere un impostore, ho dato retta a una certa vocina dentro di me. “ . Holmes  lo fissava con occhi di ghiaccio il tizio.  “ Allora amico, ci dici chi sei ? E dove si trova il vero Curtis?  “.  “ Mi chiamo John Estel , di professione abile scassinatore di casseforti.  Un tizio di nome Smith, venne da me e mi anticipò 500 sterline e altrettanti me ne avrebbe dati se riuscivo nell’impresa . “  la sua voce era bassa, sapeva che la galera lo aspettava.              
    “ Bene, vedo che sei loquace, adesso dimmi che fine ha fatto   Curtis?  “ Lestrade al contrario alzava per bene la sua voce.  “ Troverete Curtis al piano di sopra, è solo stordito ,ma vivo.  “. “ I documenti ora ?  “ la voce di Holmes era tagliente.  Estel lo guardò ma non disse nulla. Nei suoi occhi si leggeva la paura. “ Stia tranquillo, l’Ispettore la porterà con sé, non ha più nulla da aver paura.  “ ora la voce di Holmes era rassicurante.  “  Va bene signor Holmes, ormai so riconoscere quando perdo. Ma la prego  , non mi lasci nelle grinfie di quello Smith, ho visto la sua espressione nel dirmi che se fallivo, il Tamigi sarebbe stata la mia casa “.( continua )