buone notizie

Autobiografia del papero ( 40 parte)


A  volte penso che il destino sia molto ironico nei miei confronti perché dovete sapere che ancora adesso non “ amo “  guidare anzi , se potessi ,ne farei volentieri a meno.
 
   Certo in città non ci sono grossi problemi, tram e bus sono comodi, basta avere la pazienza di aspettarli, si può andare in bicicletta, le piste ciclabili pur non essendo il massimo esistono e per lunghi tratti vai senza grossi problemi.Il problema sorge se uno va fuori città. Io vado in montagna, sopra  a Mondovì e va bene andare in treno  fino a questa città , poi se hai fortuna  c’è la corriera, ma ti lascia a 8 km di distanza , e non mi sembra il caso di farsela a piedi magari avendo 3 trolley e Valentino a spalla no ? Come vi ho detto avevo smesso di andare a scuola, mi ero preso un giorno di riposo ( tagliato ) e poi il  giorno seguente iniziavo la mia carriera lavorativa. L’anno passò abbastanza velocemente e quando arrivai alla maggior età, mio padre andò ad iscrivermi per la patente.Nonostante io fossi contrario già allora, per venirle incontro ricordo che gli dissi :  “ facciamo dopo le ferie, almeno mi riposo un mese “. Da democratico che è , andò ad iscrivermi subito, ed iniziai verso luglio a frequentare la scuola guida sotto casa. Non so quante volte rifeci il libro dei quiz, unico  modo a mio avviso per cercare di sbagliare meno all’esame, visto che la memoria a quei tempi funzionava bene.                  
  Passai l’esame non sbagliando nulla, eravamo andati alla Motorizzazione in Corso Belgio se non erro, poi passai alla pratica. Io onestamente avevo già una buona infarinatura con la 500 di papà, ma chissà perché l’istruttore questa cosa non le andava a genio. Tanto per fare un esempio in salita non potevo tenerla come si fa di solito, ma solo con il freno e marcia ovviamente disinserita, non potevo mettere la quarta nei lunghi tratti ovviamente sgombri da altre auto, insomma il poveretto aveva fifa. Peccato che non tenesse conto della mia “ fifa “. Costui in pieno orario di punta, per motivi personali, mi portava in Piazza Statuto, Porta Susa, Corso Inghilterra ( sempre per chi conosce Torino), insomma in mezzo al caos, poi mettiamoci pure che si stava andando verso il buio e siamo a posto.                 
  C’erano auto che sfrecciavano accanto alla nostra, gente che si attaccava al  il clacson della macchina in continuo, io sudavo come pochi e ogni tanto per farla pagare all’istruttore sorpassavo anche se non dovevo …tiè. In ogni caso anche l’esame della pratica andò a buon fine, ero patentato.                   
    La prima volta che presi la 500 andai con gli amici in centro, al ritorno sentimmo puzza di bruciato, accostai e scendemmo tutti, demmo un occhiata ed era tutto a posto. Ripartimmo e la puzza continuava, arrivai a casa,  la parcheggiai e come ti insegnono a scuola guida feci per tirare su il freno a mano. Peccato che costui era già inserito , ecco cos’era la puzza che si sentiva, praticamente ho girato per la città con sto …coso tirato. Da quella volta lo cancellai dalla mente questo freno, a parte ovviamente se parcheggiavo in salita. Dicevo del destino ironico, io che se non era per mio padre “ democratico  “ non avrei mai preso la patente, entro in una fabbrica dove le automobili vengono costruite   da 100 anni e più, e come non bastasse per circa un anno  lavorai come autista portando le vetture ( marea e multipla)  su autostrade e percorsi urbani.