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Autobiografia del papero ( 41 parte)


 Su mio padre si può dire di tutto ( a partire che è un granata ) ma non che sia uno che perda il treno , come si suole dire. Ma il problema  è che non la fa perdere manco agli altri..ecco ,  appunto il problema è questo.            
  In un fatidico giorno di maggio , esattamente il 19 di tantissimi anni fa, il papero qui presente convolava a nozze con la sua paperina . Ora io non dico di arrivare all’ultimo momento davanti all’altare,ma neanche arrivare quando ancora il portone della chiesa era chiuso.                     
   L’orario era per le 11 ed  io con i miei alle 7.25 eravamo con tanto di 127 parcheggiata davanti alla piazza di Santa Rita. Mio padre mi fa : “ pensavo trovassimo più gente per strada, abbiamo fatto in fretta”.Le ho risposto che se partivamo da casa alle 5  di gente ne trovavamo ancora meno ,e se poi pigiava ancora di più l’acceleratore avremmo fatto ancora prima. Il problema era come passare il tempo.La Standa di fronte alla chiesa era per ovvi motivi chiuso, apriva un paio di ore dopo, rimaneva il mercato, peccato che i banchi completi  di mercanzia erano solo di  frutta e verdura. Mica potevamo andare in chiesa con la busta di zucchini e pomodori  no ?         
    Optammo per andare in un bar a prenderci un caffè. Dopo un’ora circa  arrivarono i miei parenti , domandandoci se eravamo appena arrivati : bastava avessero notato bene la mia faccia per capire che non era esattamente così.Il guaio era che pur essendo a metà maggio,quel giorno il tempo  ebbe la bella idea di spaziare dal freddo, a uno spruzzo di neve e infine  uscire il sole nel pomeriggio.                                 
  Tutto questo in barba ai  vestiti leggeri che io  e la paperina indossavamo;  in ogni caso è andato tutto bene.  Se  per caso cari amici/che avete paura di rimanere in ritardo,nessuna paura, vi mando mio padre  perché ancora adesso il treno non lo perde.