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Autobiografia del papero ( 46 parte)


 Credo che ognuno di noi che sia genitore abbia avuto a che fare con la parola “ scontro generazionale “.          
Già ai tempi della beata gioventù con mamma e papà c’erano degli screzi ma penso che in questo ultimo periodo questa parola sia una scusante  per giustificare ogni sorta di permesso giovanile.                 
Per il mio “ scontro “ con il paperino junior bisogna risalire a ritroso nel tempo, precisamente a quando era nella culla. Come tutti i neonati non aveva la possibilità di essere autonomo e neanche  di collegare certi “ bisogni “ a certi “ servizi “ che si trovavano in una determinata stanza. I neonati per alcuni anni viaggiano con il pannolino e la tipica frase detta dalla mamma  in questi casi è : “ Ma quanta “ cacchina “ santa ha fatto il mio bambino/a ? “ . Ancora adesso qualcuno di buona volontà dovrebbe spiegarmi come fa quella cosa ad essere santa !!! “  . Più facile che io risolva il mistero del Triangolo delle Bermuda che questa frase.             
Bene, dicevo dello “ scontro generazionale “.  Il paperino junior già allora pensava che fossi una sorta di autorità con tanto di divisa ( un agente delle Forze dell’ordine, vigile del fuoco, vigile urbano o simili  ), tutto tranne con l’unica divisa che indosso ancora adesso : quella del metalmeccanico . Il pargolo che era già instradato sul sentiero dell’anarchia più totale cosa decideva di fare ? Aspettava che la nonna andasse a casa sua e la mamma al lavoro  per mettere in atto il suo piano. Mi guardava con quegli occhi di cui sono capaci  i bimbi piccoli  e poi dava il via a un profumo che invadeva la stanza che  non aveva nulla a che fare con Chanel numero 5.         
Armato di pazienza essendo l’unico essere vivente assieme a lui nella casa, mi ponevo la domanda di come un essere piccolino potesse fare tutta quella roba lì.
            
  Dato che la cosa si ripeteva sovente , appena uscivano le due suddette persone descritte prima, mi organizzai per bene : guanti alla Gilda ( ricordate la scena della protagonista del famoso film  che si toglie i guanti mentre canta ? ) , pinza sul naso ( la maschera antigas costava troppo ) grembiule ( divisa dei tempi di quando facevo il litografo), bacinella contenente acqua, crema per il rossore del popò e asciugamano. Ovviamente il paperino junior avendo capito che non poteva più fregarmi da quel punto di vista, pensò a  qualcos’altro.                      
L’altro in questo caso era usare “ l’idrante “ come se dovesse spegnere l’incendio di San Francisco nei primi del 900’, quindi dovetti aggiungere alla mia “ attrezzatura “ anche una maschera da sub e un paio di stivali anti diluvio universale..                            
     Quando arrivava la mamma  candidamente domandava : “ ha fatto i suoi bisogni ? Con noi non ha fatto nulla di nulla, che dici sarà meglio chiamare il pediatra ? “. Con la canna da pesca , comparsa come magia, tiravo fuori dall’immondizia il pannolino esclamando : “ bah..a vedere non mi sembra il caso, però sai francamente non l’ho pesata per vedere se è nella quantità giornaliera giusta “. Per fortuna crescendo il pannolino sparì come la mia “ attrezzatura “, ma lo “ scontro generazionale “ quello no, quello continua ancora adesso.