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Autobiografia del papero ( 49 parte)


 Chi di voi non si ricorda il primo bacio dato quando si è ragazzini /e ? Non parlo della prima cotta o amore , ma del primo bacio,e soprattutto dove lo avete dato ? Come sapete la mia prima cotta è stata per la figlia della cassiera del cinema : Cinzia, poi ovviamente ne sono seguite altre , ma stendiamo un velo pietoso su queste cotte soprattutto se sono andate a buon fine. Il primo bacio lo diedi all’incirca all’età di 13 anni. La “  fortunata  “ era una ragazzina di nome Antonella,ma si faceva chiamare Nella. Da quel che ricordo, aveva i capelli lunghi neri e gli occhi scuri. Girava con la nostra combriccola di maschietti, pensate che giocava persino a pallone con noi. Non so perché ne come mai , si era preso una cotta del paperin giovine, e ammetto ne ero contento e felice perché tutto sommato preferivo lei ai miei amici, anche se quest’ultimi facevano di tutto per non “ lasciarci “ mai soli.             
     Ebbene dicevo del bacio, ora ci arrivo. Lei adorava andare in altalena, fin qui nulla di male, lo facevo anche io. Il fatto che a lei piaceva dondolarsi in piedi, ed io seduto da cristiano . Quella volta cosa successe? Mi domandò di salire  sullo stesso seggiolino , ma seduti entrambi non ci stavamo , allora ci mettemmo in piedi,  anche se la cosa non mi entusiasmava  , accettai. La cara Nella oltre all’altalena adorava anche la velocità quindi incominciò a fare oscillare quella dannata altalena come se fosse stata investita da un tornado. A nulla servivano  le mie imprecazioni di andare  più piano, più sei in alto e se  cadi più ti fai male giusto ?         
Macchè , lei imperterrita continuava, io più imprecavo più lei andava forte . Mentre attuava questa dannata oscillazione, ovviamente eravamo sempre più a contatto con i corpi e volti, cercando di tenerci stretti per non cadere, lei esclama : “ Marco, se mi dai un bacio smetto di andare forte e scendiamo “.            
   Oddio,  una dichiarazione del genere non l’ho mai più ricevuta in vita mia, anche perché sulle altalene non ho mai più avuto occasione di salirci. Non ci pensai due volte, tutto pur di scendere, in quel momento il classico ormone se ne stava rintanato anche lui da qualche parte per la paura. Ammetto che ci presi gusto e anche se alla fine l’altalena era  del tutto ferma di smettere non ci pensai nemmeno, anzi non ci pensammo proprio . Purtroppo dopo pochi minuti arrivarono gli amici , e con tanto di canto da stadio intonarono  : “ Gobbo bacia anche noiiii, oh gobbo bacia anche noiiiii “.               
    In quel momento inventai il vaffa day che Grillo solo molti anni dopo prese spunto per i suoi comizi. Comunque per i successivi baci scegliemmo la più comoda  e sicura panchina. Alla fine dell’estate Nella si trasferì in un'altra città e da allora  di lei non seppi più nulla.