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Gustavo " bambino prodigio "


 Questa di oggi è una delle storie che si tramandano di padre in figlio, quelle storie che nascono nei paesini sperduti al sorgere delle stelle. Quanto di vero ci sia non so dirvi, ma io ve la narro come è stata narrata a me e poi decidete voi se possa essere realtà oppure no.       
    La nostra storia nasce intorno ai primi del 1908,in un paesino sperduto delle langhe piemontesi : Santa Vittoria d’Alba. Lì nacque un pargoletto di nome Gustavo Trombatutte. Come potete vedere già il cognome è  tutto un programma. Allo scoppio della Prima guerra mondiale,il papà di Gustavo partì per il fronte lasciando la moglie, suocera, sorella della suocera e figlioletto a casa.                    
Non passava giorno che al povero bimbo venissero dette queste frasi : “ In tempo di guerra non si lascia nulla “ e “ Gallina vecchia fa buon brodo “. Alzarsi di prima mattina per andare a scuola e sentire questi detti , si può essere condizionati per tutta la vita.                
Il bambino paffutello con capelli rossi e occhi vivissimi era il preferito delle nonne del paese, lui ne era ben contento di essere  “ stropicciato “ quando lo prendevano in braccio dicendogli : “ Che bel fieul ( che bel ragazzo ) “ e giù un bacio ;  ogni volta stessa scena e allora  gli venne da pensare che i detti che dicevano in casa riguardassero  le nonne del paese.               
Un bel dì lo videro correre dietro a nonna Giuseppina urlandogli “ ven si bela galina, che a’n dit che il brodin a vin propi ben ( vieni qui bella gallina che mi han detto che il brodino viene proprio bene ).Ora immaginate la poveretta come scappava assieme ai suoi 103 anni, urlando : “ Gustavo no , se mi vede il mio  pover Gigino cosa a pensa ? As rivolta nella tomba “. E Gustavo : “ Ma qual Gigino che tu ses zitella, ven bele si cristian dori ( ma quale Gigino che tu sei zitella , vieni qui ..imprecazione  ). Il pargolo vivace infatti non “ buttava via niente “ da una certa età in su, lui si era ormai convinto che le donne per essere amate da lui dovevano partire dai 70 anni in avanti. A nulla era valso il medico del paese chiamato di corsa dalle donne di casa, perché poteva a loro solo consigliare di mandare Gustavo  a studiare all’Università di Archeologia a Torino, sperando che vedendo mummie di età superiore le passasse questa mania. Passarono gli anni e Gustavo crebbe, era diventato un bel ragazzo. Studiava a Torino e si laureò come primo studente al corso di Archeologia sezione mummie femminili dell’Alto e Basso Egitto. La mamma , nonna  e sorella di costei misero i soldi da parte e le regalarono il biglietto per andare in Egitto. Tutto contento Gustavo si dimenticò che la sorella della suocera era anche una sua parente e intonò  il canto “ Brodin bella tu sei la Reginella dei brodin “ seguito da azioni che lasciano spazio alla fantasia.              
     Qualche settimana dopo vediamo il prode Gustavo camminare sulle dune del deserto con tanto di zaino ,cappello calato sulla testa e un libro in mano che stava sfogliando con avidità, ‘aveva acquistato al mercato del Cairo per la cifra di 55 lire e  il titolo era : “ Il Kamasutra ai tempi di Nefertari  “. A molti di noi parrebbe uno scherzo ma non per lui che ne era convintissimo, sarebbe tornato al paese con una bella mummia sotto braccio e avrebbero avuti tanti bei bimbi rigorosamente bendati.                        
      Seguì le indicazioni di un certo “ Truf-fo -i-poll-com-te “ ed arrivò all’oasi con vista sul mare ma di quest’ultimo manco l’ombra. Nel  frattempo il buon Gustavo  si faceva chiamare Gustave “ Le  “ Trombetton , perché in quel periodo  riscuotevano successo verso il fascino femminile i  nomi francesi .           
   Scava di qua, scava di là , il buon Gustavo scoprì veramente una piramide con tanto di ingresso, contento come una Pasqua si addormentò sotto il cielo stellato sognando la sua mummia.          
      All’indomani  cumuli di sabbia riempivano l’oasi, Gustavo ci dava dentro con la sua vanga e finalmente trovò l’entrata. Emozionato e  timoroso entrò. Era il primo uomo che entrava da millenni nella piramide. La torcia illuminava il corridoio e  una puzza saliva al naso :  erano le sue ascelle. Finalmente arrivò all’ingresso della camera, un’ enorme porta in oro recava un incisione, il nostro eroe la trascrisse : “Sbendami Io sono qui  e  non mi credere irraggiungibile mi basta  un gesto  per riprender vita “ ( Non vi sembra che assomigli a una vecchia canzone di Viola Valentino , quella di Comprami ? Ndr).                
   Detta questa frase ad alta voce, non solo il portone si spalancò,ma pure il sarcofago che era all’interno. Una gamba spuntò fuori mentre una vocina all’interno cantava : Dadaumpa, Dadaumpa…hello Gustav…” Immaginate il pover’uomo a sentire il suo nome per poco non  svenne  era già intento a scappare via,quando  la  mano bendata della mummia lo tirò a sé dentro il suo sarcofago. “ Oh Gustavo mio sommo eroe,mi hai fatto rinascere, che profumo da uomo vero “ disse la mummia. “ Veramente sono le mie ascelle,  ma come ti chiami ? “ . Mentre diceva ciò ,il nostro eroe aveva incominciato a sbendare la mummia con una mano mentre con l’altra sfogliava il “ Kamasutra  “ cercando di capire se vi era un capitolo che spiegava come farlo dentro un sarcofago .                  
     “ Io sono la Principessa  Gamb-ettin-sempr-apert III dall’Alto e Basso Impero, nel senso che alti e bassi me li facevo tutti “. La sua voce era suadente, Gustavo preso dalla tempesta ormonale non capii più nulla,  esclamò sotto voce : “ Gallina stra vecchia fa un ottimo brodin “ dopo di chè lascio a voi l’immaginazione con  eventuali rumori di  sottofondo.             
    Un paio di mesi dopo ritroviamo il nostro Gustavo fare ritorno al paese  con a fianco la sua Principessa , si erano sposati al Cairo . Santa Vittoria d’Alba era in festa ,anche  le povere nonnette ,  avrebbero potuto finalmente passeggiare tranquille per la strada del paese. Chi non era contento per nulla era  il fabbro, che nella lontananza di Gustavo aveva fatto affari d’oro  mettendo alle donne la famosa cintura di castità  chiamata per l’occasione :  cintura anti Gustavo.                
    Ora tutti noi pensiamo che la mummia  andasse in giro bendata per non disgregarsi alla luce del sole, ma non fu affatto così perché la moglie di Gustavo vestiva alla moda, ballava il boogie  e adorava  farsi rincorrere dal marito ad ogni ora del giorno. Vedendo la fotografia seppure sbiadita  della sua “ consorte “  noi posteri ci rendiamo conto che Gustavo era stato un ragazzo veramente fortunato.