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La Tela scomparsa ( settimo capitolo )


        
 Il giorno seguente io e Holmes ci recammo all’indirizzo di Romfiel house , la casa d’asta dove era stato venduto a Matter il quadro di Rembrandt .              
Il direttore ci accolse immediatamente e rispose a tutte le domande fatte dal mio amico, solo ad una trasalì  : “ Senta  , caro Pickerd  ( era questo il suo nome ), le è mai capitato vendere un falso ? “.Come ho detto l’uomo trasalì e rispose risentito un secco NO !Ma Holmes non demorse e con infinita pazienza le ripeté la stessa domanda.“ Non è mai capitato signor Holmes mi creda, e se dovesse succedere , cosa di cui dubito,saremmo rovinati non solo come immagine verso i nostri clienti ma anche finanziariamente ; dovremmo pagare una forte penale che minerebbe le casse di questa casa d’asta “ rispose l’uomo.              
Ci congedammo dopo avere sentito questa risposta. Holmes era preoccupato , camminava a passo lesto , inutile domandargli cosa stesse pensando, non avrebbe risposto era perso nelle sue ipotesi.“ Presto Watson, dobbiamo infilarci nella villa di Matter e trovare quella maledetta tela  “ la sua voce era decisa.“ Ma …se ci sorprendono rischiamo una denuncia , lo sa ? dissi.“ Certo che lo so , ma non abbiamo scelta caro amico, quello che è sicuro che siamo ad un passo dal risolvere il mistero “ dicendo così affrettò ancora di più il cammino.Passammo prima però dall’ispettore Clavin e a fatica riuscimmo a far si che convocasse tutte le persone che lavoravano per Matter  , compreso il proprietario,  per un interrogatario, un bel lungo interrogatorio.“ Signori, io non ho sentito nulla in merito a quello che voi volete fare, altrimenti la mia coscienza di poliziotto direbbe di arrestarvi immediatamente. Fate attenzione , posso dirvi solo questo “  dicendo ciò l’ispettore ci congedò.Con discrezione tenevamo d’occhio  la villa in modo da  entrare di soppiatto. Non dovemmo aspettare molto che domestici e proprietario uscissero scortati da un agente di polizia, Clavin ci stava dando la mano richiesta .            
“ Presto Watson , andiamo, non abbiamo moltissimo tempo “. Entrammo dal retro e andammo subito nella grande sala, dove i quadri facevamo bella mostra appesi ai muri. Libri di tutti i generi, antichi e meno ,  erano riposti negli alti scaffali  e rendevano la stanza ancora più splendida  . Era passata più di un’ora da quando incominciammo le ricerche e di quella tela non se ne vedeva l’ombra, a breve Matter e i domestici sarebbero stati di ritorno da Scotland Yard .             
 “ Maledizione Watson, credevo che la tela fosse nascosta dietro a uno di questi quadri ,  ma non è così“.Lo guardai , era come guardare una tigre in gabbia, si agitava, camminava su è giù per la stanza imprecando sottovoce e la domanda era sempre la stessa : “ Dove la può aver nascosta ? “.“ Watson ,lei come farebbe a farla sparire ? Dove la nasconderebbe senza che a nessuno le venisse in mente di guardare ? “ mi domandò Holmes.         
    Ci pensai un attimo e risposi  : “ Di nascondigli in questa casa ne sarebbe piena, però dato che una tela pregiata non la si può piegare,e se fosse in questa stanza come pensa , direi che   rimarrebbe solo di arrotolarla come una  pergamena e nascond… “ non finì la frase che Holme scattò verso la libreria e salì sull’apposita scala appoggiata alla libreria che serviva per prendere i libri nei piani alti.Dopo qualche minuto Holmes disse : “ Watson lei è un genio e io un cretino, se lo ricordi in futuro “, quando scese il sorriso illuminava il suo volto.