Il Monte dei Cappuccini è una collina che sorge nella città di
Torino sulla riva destra del
Po in prossimità del ponte di
piazza Vittorio Veneto. Su di essa si erge il piccolo convento di Santa Maria al Monte, affidato ai frati cappuccini, luogo che ebbe grande importanza per la spiritualità torinese.Le origini del conventoQuesta collina fu utilizzata fin dall'antichità per scopi difensivi in quanto sovrastante uno dei punti di attraversamento del Po. Le prime notizie della presenza di una chiesa risalgono al
XIII secolo: qui
Tommaso I di Savoia aveva una propria fortezza, che rimase possesso della casa comitale di Savoia fino al
1473, quando divenne proprietà privata. Fu
Carlo Emanuele I che, nel
1581, acquistò nuovamente questi terreni, per farne dono ai padri cappuccini che già avevano un piccolo edificio nella zona di
Madonna di Campagna.I lavori per la chiesa dei Cappuccini, che fu dedicata al
culto mariano, vennero iniziati nel
1583; il progetto originale di
Ascanio Vitozzi, basato su un edificio a pianta centrale a croce greca, fu poi realizzato con stile manierista dall'ingegnere
Giacomo Soldati. Già nel
1590 i cappuccini poterono prendere possesso del loro convento, ma la chiesa non era ancora conclusa: i lavori terminarono nel
1656, anno di consacrazione dell'edificio.
Il pittore
Isidoro Bianchi di
Campione d'Italia vi realizzò numerosi affreschi negli anni
1630-
1633. L'altare maggiore è opera di
Carlo e del figlio Amedeo di Castellamonte, che ultimarono il progetto originario del Vitozzi. Nelle nicchie sono poste delle statue lignee, opera dello scultore
Stefano Maria Clemente.
[1] Nel
settecento furono poi aggiunti alcuni preziosi dipinti.Narra la leggenda che durante il doppio assedio di Torino, nel
1640, il Monte venisse subito identificato come luogo di fondamentale importanza strategica, e i francesi cercassero ben presto di appropriarsene. Il principe
Tommaso Francesco di Savoia ordinò al conte d'Harcourt di espugnare il colle e il monastero; e così avvenne: i soldati non ebbero difficoltà a vincere le resistenze della popolazione, ma, entrati nella chiesa per saccheggiarla, come raccontano i fedeli, una lingua di fuoco si levò dal tabernacolo per proteggere le ostie consacrate. I francesi desistettero così dalla spoliazione del luogo sacro. L'episodio mistico, tuttora molto caro ai torinesi, è ricordato da un quadro esposto nell'atrio della chiesa. Sono ancora visibili attualmente i colpi della baionetta e le tracce del presunto fuoco divino sul tabernacolo.
Il 22 ottobre
1656 il Monte dei Cappuccini ebbe l'onore di una visita importante: quella della regina
Cristina di Svezia, in esilio dal suo paese per la sua professione di fede cattolica. Cristina assistette al rito di consacrazione della chiesa nuova.
Pur essendo riconosciuto luogo di importanza fondamentale per controllare l'accesso al Po della città, il Monte dei Cappuccini non venne mai espugnato dai francesi durante il celebre
assedio di Torino del 1706: il duca
Louis d'Aubusson de la Feuillade non ritenne necessario piazzare dei cannoni sul Monte, per concentrare il fuoco sulla cittadella. Nel
1799, il Monte dei Cappuccini venne invece scelto dalle truppe austro-russe quale postazione per le artiglierie che avrebbero dovuto bombardare Torino se i francesi, che occupavano la città, avessero offerto resistenza. In realtà, l'assedio durò poche ore, ma sono ancora evidenti i segni delle cannonate avversarie su una parete del convento. Durante il periodo napoleonico, con la soppressione degli ordini monastici, il convento fu temporaneamente destinato ad altri usi e rimaneggiato: l'originaria cupola in piombo venne asportata e sostituita con una in muratura, che ancor oggi si può ammirare.Gravemente danneggiato dai bombardamenti durante la
seconda guerra mondiale, il complesso è stato recentemente restaurato. Alcune pregevoli opere pittoriche presenti nella chiesa vennero donate, dopo la guerra, alla
Galleria Sabauda, dove si trovano tuttora.
Attualmente, oltre ad essere nuovamente sede di un convento, ospita il
Museo Nazionale della Montagna e la sede del
Club Alpino Italiano di Torino.
Al monte dei Cappuccini è legata la figura di
sant'Ignazio da Santhià, al secolo Lorenzo Maurizio Belvisotti, proclamato santo da
papa Giovanni Paolo II nel
2002. Questo frate cappuccino, che visse anche in altri conventi del Piemonte, terminò la sua vita a Santa Maria del Monte il 22 settembre
1770, dopo essere diventato una figura amata da molti in Torino (in primis dalla
famiglia reale) per i suoi servizi verso i poveri e per la sua carità. I resti del padre sono tumulati proprio al Monte dei Cappuccini.Legati al convento di Santa Maria al Monte sono state, inoltre, altre figure della chiesa torinese e non solo: dal cardinale
Guglielmo Massaia ad
Angelico da None (venerabile).