Nei giorni di primavera e estivi una gita nei parchi che Torino offre merita veramente la pena di farla , pranzo al sacco e via a godersi il fresco e la quiete che vi offrono questi posti. Tra l’altro è la città europea con più parchi ben 17 quelli più significativi, ovviamente qui vi dò notizia solo di alcuni dei più importanti, siti anche a poca distanza dalla città.
Il Parco della Rimembranza, comunemente noto come Parco della Maddalena è un vasto giardino pubblico cittadino della collina di
Torino, situato nei dintorni della vetta del
Bric della Maddalena meglio noto come Colle della Maddalena (non confondere con il
Colle della Maddalena, valico alpino) che, con i suoi 715
m s.l.m. è il punto più elevato della città. Ha una estensione superiore a 90 ettari e ospita oltre 21.000 alberi, molti dei quali non sono autoctoni (come le conifere). È costituito da un ampio piazzale panoramico posto sulla vetta del colle con al centro il
Faro della Vittoria, dall'Arboretum Taurinense e da una serie di strade e sentieri pedonali di circa 45 km di sviluppo.Il Parco della Rimembranza venne inaugurato con una solenne cerimonia il 20 settembre
1925 alla presenza del re
Vittorio Emanuele III, per celebrare la vittoria italiana nella
prima guerra mondiale ed i caduti torinesi, nonché per costituire contemporaneamente un
arboreto sperimentale con alberi appartenenti a 400 specie botaniche differenti. Il nucleo originario del parco, con le più svariate specie botaniche, conserva la memoria dei 4.787 caduti torinesi: accanto ad ogni albero è affissa una targa con il nome di un caduto della Grande Guerra.
Il parco è celebre soprattutto perché ospita il monumento della Vittoria Alata, imponente costruzione in
bronzo, opera di
Edoardo Rubino e commissionato nel
1928 dal senatore
Giovanni Agnelli, che decise di donarlo alla città per commemorare il decimo anniversario della vittoria dell'Italia nella
prima guerra mondiale. Dalla vetta dove è posto, ovvero un piazzale ricoperto di
ghiaia, si gode un buon panorama sulla città e sulla catena delle
Alpi Occidentali.
Il Parco del Valentino (in
piemontese Ël Valentin) è un famoso
parco pubblico cittadino di
Torino, situato lungo le rive del
Po. Posizionato, come
Torino, in diagonale da Nord-Est a Sud-Ovest ha come confini: ad Est il corso del fiume Po, a Nord-Est
Corso Vittorio Emanuele II, dove formalmente terminano i
Murazzi, a Nord-Ovest
Corso Massimo D'Azeglio. A Sud si restringe, seguendo Via Francesco Petrarca e la sua prosecuzione, Corso Sclopis, e continuando lungo il corso del fiume Po e di
Corso Unità d'Italia con una lingua che si perde verso
Moncalieri. Ha un'estensione di 421.000 m2È sicuramente il parco cittadino più conosciuto del capoluogo
piemontese ed è stato assunto a simbolo della città al pari della
Mole Antonelliana.L'origine del nome non è conosciuta con precisione: alcuni ipotizzano che sia di
origine romana; altri che sia stata originata dal fatto che nel luogo sorgesse in tempi antichi una
cappella intitolata a
San Valentino.
( A destra la facoltà di Archittettura, l'edificio è copiato dal Castello di Versailles )Il nucleo iniziale del Parco trae le sue origini dal
Castello del Valentino, che prese il nome dal Parco. Venne iniziato nel
XVI secolo, ma solo nell'
XIX iniziarono i lavori che in seguito hanno plasmato il Parco vero e proprio, secondo il progetto romantico del paesaggista francese
Barrillet-Dechamps.
In occasione dell'
Esposizione Generale Italiana del
1884 venne realizzato il cosiddetto
borgo medievale, ovvero la ricostruzione di uno scorcio completo dei principali caratteri stilistici ed architettonici delle opere piemontesi e della
Val d'Aosta del
Medioevo, con tanto di
rocca visitabile.Mentre nel borgo medievale sono allestite periodiche mostre, nel Parco sono state realizzate nel corso degli anni numerose mostre floreali (come
FLOR 61, allestita in occasione del centenario dell'
Unità d'Italia), di cui restano a ricordo ampie aiuole fiorite, il Giardino roccioso ed il Giardino montano, con cascatelle, fontane e piccoli corsi d'acqua.
Da visitare anche la
fontana del Ceppi (inaugurata nel 1898), detta dei "Dodici Mesi", grande vasca
rococò circondata da statue rappresentanti i dodici mesi dell'anno.Negli ultimi anni il Parco è stato fortemente riqualificato ed è meta, al tramonto, di molti appassionati di
jogging e
bicicletta.
PARCO DELLE VALLERE Istituita inizialmente come "Area attrezzata" dall'apposita legge regionale n. 37 del 9 dicembre 1982, la zona delle Vallere nel 1990 è entrata a far parte delle aree protette della fascia fluviale del Po. Successivamente la legge regionale n. 19 del 29 giugno 2009 ha trasformato l’Area Attrezzata in Riserva Naturale. La Riserva Naturale Le Vallere si estende su una superficie di 130 ettari (di cui 34 di proprietà regionale) e sorge alla confluenza fra il torrente Sangone ed il fiume Po, nei territori comunali di Moncalieri e, in misura minore, di Torino.. La zona un tempo era destinata esclusivamente a prato per il pascolo, mentre oggi, se da un lato residuano ancora terreni destinati a coltivazioni intensive di foraggio, dall'altro lato una vasta parte dell'area è stata convertita ad uso pubblico, con interventi che hanno riportato la zona alle sue caratteristiche naturali originarie, con radure e boschetti. A differenza di altri parchi urbani l'area Le Vallere si distingue per la compresenza di paesaggio agricolo e di parco pubblico, con alternanza di prati a foraggio e di specie arboree quasi tutte autoctone, quali carpini, aceri, tigli, pioppi e salici, tipici della vegetazione di ripa. Sul confine orientale della riserva un doppio filare di pioppi cipressini crea una sorta di diaframma visivo e sonoro per separare l'area delle Vallere dall'incombente presenza di edifici e di infrastrutture urbane. Nella Riserva Le Vallere si trovano anche un giardino botanico-fenologico ed un attracco idoneo per eventuali traghetti di linea sul Po. Nella zona confluiscono inoltre alcuni percorsi ciclabili ed a cavallo.
All'interno della riserva si trova anche una grande cascina settecentesca (Cascina Le Vallere), che costituisce un bell'esempio di architettura contadina di antica origine. Già proprietà, fra le tante, della agiata famiglia moncalierese dei Nasi, la cascina si trovava fino al 1955 al centro di una vasta e fertile area agricola di 150 giornate piemontesi di terreno ed era raggiungibile da Moncalieri tramite una strada consortile campestre. Parzialmente salvata in extremis dalla cementificazione degli anni 1955/1960, che portò alla costruzione del vasto Corso Trieste e del quartiere residenziale che sorge ad ovest della grande arteria, l'area in seguito diventò di proprietà della Regione Piemonte, che inizialmente insediò nella ristrutturata Cascina Le Vallere il Centro di Documentazione delle Aree Protette. Successivamente, trasferito il Centro di Documentazione a Torino, la Regione Piemonte nel 1990 destinò la cascina a diventare la sede del nuovo Ente di gestione del Parco Fluviale del Po Torinese, appena costituito. Il nome "Le Vallere" è derivato dal nome che i francesi diedero ai terrapieni costruiti nel 1541, al tempo della prima occupazione francese del Piemonte. La zona infatti è citata per la prima volta col nome "Les Valleres" in una carta della montagna, redatta nel Seicento. Nel 1706, durante l'assedio di Torino da parte dei Francesi, la zona delle Vallere fu teatro di scontri tra le truppe francesi e quelle piemontesi. Antiche mappe mostrano la dislocazione dei terreni agricoli e della cascina, costruita alla fine del Settecento, che ancora oggi si trova a poche decine di metri dall'ingresso stradale del parco Le Vallere.