Parco della Pellerina Viene chiamato Parco della Pellerina da un'antica cascina, inglobata all'interno del parco, che recava il nome di cascina della Pellerina. Una possibile, ma interessante interpretazione del nome deriva dall'accostamento della dizione pellerina abitualmente utilizzato per denominare gli edifici o i locali dove venivano giudicati ed esposti i debitori insolventi (vedi l'ala del Comune di
Villafranca Piemonte che ne mantiene il nome) con la pietra della berlina o pera berlina dove venivano messi appunto alla berlina gli stessi. In
Piemonte se ne trovano esempi numerosi. I debitori insolventi venivano esposti senza mutande, onde il detto picchiare il 'culo per terra' per indicare i soggetti in rovina economica. Esiste un'altra possibile interpretazione, la cascina è situata lungo la strada che da
Mont Saint Michel passa per la
Sacra di San Michele in
Val di Susa e termina al
Santuario di San Michele Arcangelo, a
Monte Sant'Angelo, conosciuta anche con il nome di "via di San Michele", era un percorso frequentato da molti pellegrini e sembra che in questa località trovassero rifugio per la notte. Di qui il nome del luogo, in seguito nacque la Cascina e "la Pellerina" sarebbe una contrazione del nome "la Pellegrina".
Il parco è ufficialmente dedicato a
Mario Carrara (1866-1937), antropologo dell'università di Torino, uno dei soli 15 docenti universitari su oltre 1.200 che rifiutarono il
Giuramento di fedeltà al fascismo, ma è noto a tutti i torinesi come Parco della Pellerina. Dal
2009 tutta la porzione del parco a nord della Dora è stata dedicata alla memoria dei 7 operai torinesi deceduti nel rogo della linea 5 dello stabilimento
ThyssenKrupp il 6 dicembre
2007. L'area dello stabilimento si trovava in corso Regina Margherita 400, proprio di fronte all'ingresso nord della Pellerina.
La prima idea del parco venne agli inizi del
'900, ma soltanto negli
anni 1930 incominciarono i lavori. La costruzione del parco continuò dopo il
conflitto mondiale e ottenne la sistemazione attuale negli
anni 1980. Il corso del fiume
Dora Riparia all'interno del parco fu ampiamente modificato, rendendolo molto più lineare. Il parco è molto sfruttato dagli abitanti della città di
Torino come luogo di passeggiate e di allenamenti
podistici. Al suo interno vi sono alcune strutture sportive, tra le quali una piscina, campi da calcio (sia di proprietà di società sportive e non), una pista di
pattinaggio liberamente fruibile, una pista da
BMX in terra battuta, campi da bocce e da tennis. Oltre agli immancabili servizi igienici e chioschi, nella parte sud-est del parco è collocata una caserma dell'Arma dei
Carabinieri. Nella zona est invece, al confine con corso Lecce, sorge un piazzale sterrato che frequentemente accoglie il
luna park.
Due laghi artificiali, di differenti dimensioni, ospitano una fauna acquatica rappresentata da numerose famiglie di
germani reali,
folaghe,
gallinelle d'acqua e
cigni. In una depressione in prossimità dei due laghi si è recentemente (alluvione dell'ottobre 2000) formato uno
stagno completamente naturale, l'unico del genere nella città di Torino. Si tratta di una zona umida di modesta profondità (max 80 cm), circondata da una corona di
canne di palude. Tra la Dora e il Lago Grande, nella porzione nord, sorge la seicentesca cascina la Marchesa, che è la sede organizzativa della annuale
maratona di Torino (Turin Marathon). Il parco ed è sempre aperto 24 ore al giorno. Risulta praticabile anche di notte attraverso un sistema di illuminazione pubblica. Il Parco Ruffini (detto popolarmente "il
Valentino Nuovo") è il 16º parco in ordine di grandezza della città di
Torino. Si estende per una grandezza di circa 130.000 m², inserito nel quartiere
Pozzo Strada.
Il parco viene progettato nel corso degli
anni venti e inaugurato il 31 dicembre 1925 con il nome di "Parco Gerolamo Napoleone Bonaparte", in risposta al bisogno di uno spazio a disposizione dell'intera collettività dove fosse stato possibile passeggiare in mezzo alla natura; la città si stava infatti espandendo in quella direzione, complice soprattutto l'intensa industrializzazione di
Borgo San Paolo e dintorni (su tutti il fenomeno
Lancia, con il suo seguito di miriadi di "boite", di laboratori e officine, e conseguenti case, scuole, servizi). Il desiderio di creare un nuovo "
Valentino" per la periferia, si concretizza acquisendo cascine e terreni di una famiglia originaria di
Como, i Galiziano. Tra le due guerre comincia la vocazione sportiva del parco: vengono costruiti una piscina ed uno stadio (oggi chiamato il
Primo Nebiolo). Durante la guerra sotto lo stadio viene costruito un rifugio antiaereo. È dopo la guerra che il parco viene intitolato al giurista, ex Ministro e professore universitario
Francesco Ruffini, che, durante il
Ventennio fascista, non prestò giuramento al
regime fascista e si rifiutò di insegnare nello spirito del fascismo.
Nel 1961 viene costruito, nell'ambito dei festeggiamenti di
Italia '61, il palazzetto dello sport, che richiama le strutture del
PalaLottomatica di
Roma (l'architetto Annibale Vitellozzi collaborò infatti anche al Palazzetto romano insieme a
Pierluigi Nervi). Il
Palaruffini diventa negli anni il punto di riferimento dello sport torinese e testimone delle grandi squadre torinesi degli
anni ottanta nel basket e pallavolo, nonché sede principale dei concerti rock al coperto. Il parco viene chiuso al traffico definitivamente e si arricchisce di ulteriori impianti sportivi (campi da tennis, da basket, pallavolo e una rampa per
skateboard). Con il termine Piazza d'armi si intende comunemente l'area di una città adibita principalmente ad adunate militari.
Nel corso della sua storia
Torino, ha sempre avuto l'esigenza di disporre di grandi spazi per radunare l'esercito, necessità immancabile per tutte le capitali. Durante i secoli la Piazza d'armi ha cambiato più volte la sua ubicazione. In origine il luogo destinato a questa funzione fu probabilmente la piazza che ospita ancora oggi la
Casaforte degli Acaja, ovvero l'attuale
Piazza Castello. Tuttavia, le prime notizie certe e documentate testimoniano che la Piazza d'armi nella prima metà del XVII secolo fu l'attuale
piazza San Carlo, poiché a ridosso del centro ma già in prossimità della porta sud della città: Porta Nuova. Successivamente, durante la seconda espansione urbanistica del XVII secolo, venne edificata la grande
piazza Vittorio Emanuele I (l'odierna
piazza Vittorio Veneto). In questa nuova cornice la funzione di Piazza d'armi fu svolta per lungo tempo, complice anche il lieve dislivello del suolo che contribuì ad aumentare l'effetto scenico in occasione delle adunate militari. Di nuova Piazza d'armi si può parlare a partire dal
1817 quando a svolgere questa funzione fu adibita la zona a sud-ovest della città, nell'area oggi compresa tra le attuali direttrici di corso Matteotti, via Volta e la sua continuazione (via Camerana), via Assietta e corso Galileo Ferraris (Piazza d’armi detta di San Secondo). Nel
1850, sotto la spinta dell’aumento demografico, la Piazza d’armi di San Secondo venne dismessa ed il terreno lottizzato ed edificato. Per qualche anno fu adibita a tale funzione la zona compresa tra gli attuali corsi Matteotti, re Umberto, Stati Uniti e Vinzaglio, finché nel
1872 la nuova Piazza d'armi divenne la zona compresa tra gli attuali corsi Galileo Ferraris, Einaudi, Castefidardo e Montevecchio. Questa collocazione esistette fino ai primi anni del XX secolo.
A seguito dell'urbanizzazione che portò al completamento del quartiere
Crocetta, dello
Stadium e dell'attuale isola pedonale, la Piazza d'armi venne nuovamente spostata in una zona periferica dove, negli
anni trenta, sorse il quartiere di
Santa Rita. Qui, davanti all'ampia spianata della piazza, sorse il nuovo
Stadio Municipale "Benito Mussolini", in seguito rinominato Stadio Comunale ed ora Stadio Olimpico. Tuttavia, la nuova Piazza d'armi fu scarsamente utilizzata a questo scopo e le consuete adunate militari del
periodo fascista vennero svolte in ubicazioni decisamente più centrali come
piazza Vittorio Veneto,
piazza Carlo Alberto e l'attuale piazza Galimberti, all'epoca popolarmente conosciuta come piazza Balilla. Attualmente Piazza d'armi è diventata solo un toponimo a retaggio della propria storia, in quanto la zona in cui sorgeva è stata adibita a parco a partire dagli
anni sessanta. In essa sorgeva anche un Eliporto, per cui l'area divenne nota come Parco dell'Eliporto fino alla fine degli
anni settanta, in cui assunse il nome Parco "Cavalieri di Vittorio Veneto", titolo che conserva tuttora. Per molti anni il suo quadrilatero (2.152 metri il perimetro della cancellata) è stato il luogo di allenamento di numerosi atleti mezzofondisti e podisti.Inoltre da parecchi anni è sorto un laghetto dove la fauna è protetta dal WWF. Dal 2005 quest'area è stata profondamente trasformata in occasione dei
XX Giochi Olimpici Invernali, vedendo la sua completa ristrutturazione, la riorganizzazione del parco e rendendo pedonale il viale d'accesso all'attuale
Stadio Olimpico, che è stato sede delle
cerimonie d'apertura e di
chiusura dell'evento sportivo, svoltesi rispettivamente il 10 e il 26 febbraio
2006. ( Ps. Ovviamente qui troverete anche l’unico inimitabile fantastico meraviglioso sublime Papero )