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Il mistero dei pensionati ( capitolo due )


                   
Lo squillo del telefono mi svegliò nel momento più bello del sogno, ero sul punto di prendere tra le mie braccia Norma Jean  , la sexy  barista del locale nell’East side della città. Guardo l’ora, sono le tre e mezza del mattino, solo una persona può chiamarmi a quest’ora : il commissario Manetta. Alzo la cornetta e con voce più che addormentata rispondo : “ Ciao commissario di che hai bisogno stavolta ? “. “ Uff.. io non ho mai bisogno di nulla da te, ma domani mattina passa in centrale , avrei …avrei da chiederti un consiglio “ rispose la voce burbera del mio amico. “ Anche l’ultima volta volevi solo un consiglio, mi sono ritrovato tra una guerra di gang ultra ortodossi del baseball “ risposi .“ Lo so, rammento , ma colpa mia se qualcuno aveva rubato le loro divise , mazze e palle da gioco nonché uno stadio smontato pezzo per pezzo ?  “ .                   
Già un caso non facile , ricordo che le tracce portarono fino in Patagonia, dove un certo Pinguino voleva fare conoscere il gioco del baseball ai suoi concittadini.“ D’accordo , ci vediamo domani mattina “ . Misi giù la cornetta e andai sul balcone a prendere l’aria fresca del mattino. La città degli Angeli era illuminata , la quiete aleggiava ma era solo apparenza, a breve si sarebbe scatenato l’inferno. Rientrai e passando davanti alla fotografia di Marylin esclami : “ Benvenuta nella giungla baby “.                         
Scesi di buon ora e mentre andavo a prendere il solito caffè corretto con gin tonic da Fred, vidi un tizio che rilasciava  insulti in aramaico , gli  avevano  fregato l’auto con sopra la moglie di vent’anni. Scrollai le spalle e continuai , un isolato dopo vidi, una tizia che gridava al porco  perchè  un passante le aveva toccato il sedere . Pensai che era il minimo visto che te vai in giro con una gonna con su scritto : se hai fegato toccami “.                   
Entrai da Fred, il caffè lo sorseggiai con calma mentre leggevo il giornale , il titolo la diceva lunga sul perché il commissario chiedeva il mio aiuto : “ L’ammazza pensionati fa un'altra vittima “. Buffo pensai , un tizio che ammazza pensionati, un passatempo come un altro d’altronde. Uscii e mi avviai alla centrale, il cielo era limpido , il sole splendeva già alto e una raffica di mitra faceva capire che la Città degli Angeli si era svegliata. ( continua )