Il mausoleo della Bela Rosin è un edificio
neoclassico di
Torino situato nel quartiere popolare di
Mirafiori Sud. È di fatto una copia esatta del
Pantheon di Roma realizzato in scala 1:3, fatto costruire come tomba di famiglia dai figli di
Rosa Vercellana, soprannominata Bela Rosin (Bella Rosina). Lo stile
neoclassico riprende, in scala ridotta, quello del
Pantheon romano; il mausoleo fu voluto dai figli di Rosa Vercellana come ricostruzione simbolica del luogo in cui avrebbe dovuto essere sepolta accanto al marito, primo
re d'Italia. La pianta è circolare e il diametro è di circa sedici metri, stessa misura dell'altezza. Sulla parte frontale si trova un
pronao con otto colonne alte cinque metri. Anziché l'iscrizione di Agrippa, il frontone riporta le insegne dei conti di Mirafiori e il motto "DIO PATRIA FAMIGLIA". All'interno altre otto colonne delimitano le nicchie, oggi vuote e un tempo occupate dalle salme della Bela Rosin e dei suoi discendenti. Sulla
cupola lastricata di
rame è posta una
croce latina. Il
mausoleo si trova in un parco di circa trentamila metri quadrati di forma rettangolare allungata, circondato da un muro di cinta alto circa tre metri e largo cinquanta centimetri, affacciato su Strada del castello di Mirafiori, al confine tra il comune di
Torino e quello di
Nichelino. L'ingresso si trova sul lato occidentale del parco, attraverso un cancello in ferro battuto con le insegne dei Conti di Mirafiori. Dal cancello si arriva al mausoleo tramite un viale, inizialmente alberato e oggi affiancato solamente da fari posti a livello del terreno e rivolti verso l'alto. A fianco del cancello si trovano due piccoli edifici, in origine adibiti a guardiole per il guardiano e oggi usate dal
CICAP - Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale - (fabbricato di destra) e dalla
Circoscrizione di Mirafiori Sud che lo ha adibito a Ecomuseo Urbano (fabbricato di sinistra).
Il mausoleo fu progettato dall'architetto
Angelo Demezzi nel
1886 e ultimato nel
1888. La storia del mausoleo è stata tormentata da episodi drammatici e degradanti fino al recente restauro. Nel
1970 il mausoleo, allora di proprietà dell'ultima discendente di Rosa Vercellana (Vittoria Guerrieri Gromis di Trana), fu acquistato dal Comune di
Torino guidato dal sindaco
Giovanni Porcellana. Venne aperto ai visitatori due anni dopo e immediatamente profanato da tombaroli a caccia di gioielli: i resti delle salme mutilate furono allora spostati nel
Cimitero monumentale di Torino. Negli anni successivi il mausoleo subì molteplici vandalismi, e incominciarono a nascere le
leggende metropolitane su
riti satanici officiati all'interno del mausoleo. Nel
1979 venne chiesto per la prima volta un restauro, da parte della
Circoscrizione, ma senza risultato. L'ingresso venne murato nel
1980, ma in seguito fu sfondato e ripresero i vandalismi, fino al punto che nel
1984 la nicchia che aveva ospitato la Bela Rosin era piena di rifiuti di ogni genere.
Nel
1984 l'allora sindaco
Diego Novelli valutò la possibilità di cedere il mausoleo a una comunità
islamica, che voleva convertirlo in una
moschea, ma la discussione si arenò in una nuova polemica sui costi del restauro. La discussione riprese nel
1993: questa volta l'uso suggerito dall'ex sindaco
Giovanna Cattaneo Incisa era quello di
planetario, ma di nuovo non avvenne nulla di concreto finché il concorso, bandito dal comune nel
1998, finì con il surreale risultato che il vincitore non ricevette l'appalto in quanto ritenuto inadeguato. Due anni dopo fu lanciato un nuovo concorso, che non specificava più la destinazione dell'edificio e finalmente arrivò a una conclusione positiva. Nel
2001 la giunta di
Valentino Castellani approvò il progetto di manutenzione straordinaria e recupero degli architetti
Aimaro Isola e
Roberto Gabetti (marito di una discendente di Rosa Vercellana), al prezzo di 5 miliardi e mezzo di lire. Il restauro, terminato nel
2005, ha seguito i progetti originari di Demezzi mantenendo il
marmo chiaro e venato e le colonne chiare, tranne che per alcune sostanziali ma inevitabili modifiche: l'arretramento dell'altare, la copertura del foro al centro della cupola con una lastra di vetro per tenere lontano le intemperie, la realizzazione di un
trompe-l'œil sul soffitto a
cassettoni (rovinato dai vandali e dall'acqua), e il taglio degli alberi ai lati del viale di ingresso. La struttura è stata inaugurata il 25 settembre
2005 alla presenza del sindaco
Sergio Chiamparino ed è stata data in gestione al sistema Bibliotecario della città (e non al futuro
science center di Torino, come si era pensato in un primo tempo) che vi organizza periodicamente letture, dibattiti, mostre, concerti e altri eventi temporanei. La prima attività ospitata dal rinnovato mausoleo è stato lo spettacolo teatrale "Pazze regine", ispirato alla storia d'amore di
Rosa Vercellana e
Vittorio Emanuele II di Savoia. Nel
2006 ha ospitato una mostra curata da Giuliano Gresleri sulla storia dei poliedri da
Platone in poi. Durante l'estate il parco del mausoleo diviene un "giardino di lettura", attrezzato con
gazebo e panchine, per consentire ai visitatori di leggere i libri disposti su carretti per il prestito gratuito. Attualmente il mausoleo, dotato di un complesso sistema di allarme, rimane aperto soltanto stagionalmente, su iniziativa del Sistema bibliotecario della città di Torino.