Il Museo nazionale del Cinema, Fondazione Maria Adriana Prolo, ha sede a
Torino, all'interno della
Mole Antonelliana. Il nucleo delle collezioni è dovuto al lavoro della storica e collezionista
Maria Adriana Prolo.Primo bollettino della presentazione del film in tre parti Il teschio d'oro dalla brochure della FERT, esposto al Museo del Cinema.Ospita macchine ottiche pre-cinematografiche (
lanterne magiche), attrezzature cinematografiche antiche e moderne, pezzi provenienti dai set dei primi
film italiani ed altri cimeli nazionali e internazionali.
Lungo il percorso espositivo di 3200 metri quadrati distribuiti su cinque piani si visitano alcuni spazi dedicati alle figure principali che contribuiscono a realizzare un film. Nella sala principale, costruita nella sala del tempio della Mole, una serie di
cappelle è dedicata a vari
generi cinematografici.Il museo conserva un'imponente collezione di
manifesti cinematografici, una collezione di
pellicole ed una
biblioteca, in costante ampliamento: comprende attualmente 20.000 apparecchi, dipinti e stampe, oltre 80.000 documenti fotografici, oltre 300.000 manifesti, 12.000 film e 26.000 volumi (febbraio 2006).Una sala cinematografica poco lontana dal museo, all'interno del cinema Massimo, è riservata esclusivamente alle
retrospettive e alle altre attività del museo. Il Museo Nazionale del Cinema ospita numerosi festival, il più importante e prestigioso dei quali è il
Torino Film Festival.All'interno del museo si trova anche un ascensore panoramico (inaugurato nel
2000), con pareti in cristallo trasparente, che effettua la sua corsa in 59 secondi, in una sola campata a cielo aperto senza piani intermedi, dai 10 metri della quota di partenza agli 85 metri del "tempietto" dal quale si può vedere il panorama della città.
Si tratta del museo con la maggiore estensione in altezza del mondo.Il primo progetto di costituire un museo italiano del cinema risale al giugno 1941, quando la studiosa di storia e di cinema
Maria Adriana Prolo cominciò a realizzare questa idea, sotto i buoni auspici del
regime fascista, che si era già reso artefice della realizzazione del centro romano di
Cinecittà, e con il sostegno artistico di alcuni pionieri del cinema, che quarant'anni prima avevano creato l'industria cinematografica italiana. Mentre
Francesco Pasinetti sulla rivista Si gira e Alberto Rossi sul quotidiano
La Gazzetta del Popolo sostenevano l'iniziativa, arrivarono i primi contributi finanziari di enti e industrie che permisero l'acquisto di cimeli e documenti della storia del cinema italiano. Questo materiale venne inizialmente immagazzinato in una sala della
Mole Antonelliana concessa dal Comune di Torino (curiosamente la stessa sede che ospiterà, sessant'anni dopo, la sede definitiva del museo).Gli sforzi per dare vita al museo ripresero dopo la fine della guerra: nel 1946 fu organizzata una mostra retrospettiva nella galleria sotterranea di via Roma, nel
1950 e nel
1951 ebbero luogo altre mostre temporanee, nel
1952 il costituendo museo partecipò ad una delle prime trasmissioni televisive sperimentali fornendo materiali e consulenze. Queste attività stimolarono l'interesse del pubblico e degli studiosi sulla collezione di cimeli, che però non riusciva a trovare un'esposizione permanente. L'idea di insediare il museo all'interno della Mole Antonelliana sfumò a causa del "tornado" del
1953 che danneggiò gravemente l'edificio, e nello stesso anno arrivò a Torino
Henri Langlois, fondatore della Cinématheque Française e del Musée du Cinéma di
Parigi, il quale incontrò giornalisti e consiglieri comunali e li persuase della necessità di dare una sistemazione adeguata al patrimonio raccolto dalla professoressa Prolo.
Il 7 luglio
1953 si costituì ufficialmente l'Associazione Museo del Cinema, che aveva tra i soci fondatori il regista
Giovanni Pastrone (più noto ai tempi del cinema muto con il nome di Piero Fosco), lo sceneggiatore
Augusto Ferraris (nome d'arte Arrigo Frusta), lo scrittore e critico cinematografico
Mario Gromo, l'architetto Leonardo Mosso, Carlo Giacheri e il giornalista
Bruno Ventavoli. Direttrice a vita del Museo fu nominata Adriana Prolo. Finalmente vennero trovati i locali adatti in un'ala di
Palazzo Chiablese: la mostra dei cimeli fu allestita al piano terreno, mentre una sala era adibita a locale di proiezione; la cineteca e la biblioteca furono collocati al piano superiore.Il museo fu inaugurato il 27 settembre
1958, diventò membro dell'Associazione Nazionale dei Musei italiani nel
1959 e fu riconosciuto tra i musei medi dello Stato nel
1960.Alcune delle manifestazioni più importanti organizzate dal museo nella sua storia comprendono la "Mostra della caricatura nella fotografia e nel cinema dal 1839 al 1939" nel
1960, la "Mostra della Stereoscopia" nel
1966, una rassegna del cinema muto italiano in collaborazione con l'Istituto di Storia del Cinema e dello Spettacolo dell'Università di Torino nel 1973, la "Mostra dei manifesti del cinema muto italiano" nel
1974. Nel
1975 si tenne a Torino il trentunesimo congresso della FIAF (Fédération Internationale des Archives du Film), che comprendeva anche un convegno su
Giovanni Pastrone e
David W. Griffith.Il museo fu chiuso al pubblico per ragioni di sicurezza nel
1983, alcuni mesi dopo l'
incendio del Cinema Statuto.
Nel
1991 Maria Adriana Prolo morì, poco tempo dopo aver assistito all'inaugurazione delle nuove sale cinematografiche del museo presso il Cinema Massimo. Nel
1992 il museo divenne fondazione e prese il suo nome, grazie al sostegno dell'Associazione Museo Nazionale del Cinema, degli enti locali e della
Cassa di Risparmio di Torino. Nel luglio
2000 venne inaugurata la nuova sede del museo, all'interno della Mole Antonelliana, su progetto dell'architetto Gianfranco Gritella e l'allestimento dell'architetto
svizzero François Confino. In breve tempo il museo del cinema diventò il più visitato dei molti musei di Torino e uno dei più visitati d'Italia, con oltre due milioni di visitatori nei primi cinque anni e mezzo di attività (2000-2005).Nel 2004 il regista
Davide Ferrario ha ambientato qui il film
Dopo mezzanotte facendo conoscere il museo al grande pubblico.In occasione dei
XX Giochi olimpici invernali di Torino 2006 l'allestimento è stato rinnovato con nuove postazioni multimediali e interattive, tre nuovi ambienti dedicati al
western, al
musical e alla
fantascienza, e un restauro del film
Cabiria di
Giovanni Pastrone.Ogni anno vi è la manifestazione del TFF ( Torino Film Festival ) dove migliaia di persone assistono all'evento.