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Il mistero dei pensionati ( capitolo quattordicesimo )


               
Uscii  distrutto dall’incontro “ ravvicinato “ con la signora Lombard  ma con la certezza di avere diversi pezzi di puzzle che andavano a combaciarsi  tra loro. All’ultimo piano dell’Agenzia delle pensioni c’era un intero attico a disposizione del Presidente. Nessuno dei dipendenti anche quelli con certificati con Livello A conoscevano il volto e nome del loro capoccia. Era un “  invisible man “ come si usa dire.                
Ovviamente uscendo dall’ufficio imboccai le rampe di scale per non farmi vedere e arrivai al centoquindicesimo piano senza più un’oncia di fiato. Mi fermai per una decina di minuti  per rimettere aria nei polmoni e colore in volto e poi quatto quatto percorsi il corridoio che portava all’ufficio. Lo trovai chiuso, ma grazie alla mia abilità di scassinatore di porte riuscì ad entrarvi.               
Un enorme sala si presentava ai miei occhi, tavolo in marmo italiano lavorato egregiamente. Alle pareti c’erano quadri bellissimi  e di gran valore . Il frigo bar spiccava a lato del tavolo, dico spiccava perché era in “ oro “ massiccio.          
Andai alla scrivania, in puro stile Luigi XV, sforzai i cassetti che vi erano  e trovai un foglio con una lunga lista di nomi. Lo misi in tasca ed uscii dall’ufficio, ripresi le scale e finalmente dopo un quart’ora di discesa ininterrotta ero fuori dall’Agenzia delle pensioni.  Con calma mi avviai al parco, la giornata era bella, comprai un panino e mi sedetti su una panchina.                   
    “ Fiùùùù..” fu il mio commento dopo aver dato uno sguardo alla lista. Era una cosa impressionate credetemi. Alcuni nomi avevano una linea tracciata e ho subito capito che erano i pensionati ammazzati. Ora si trattava di scoprire chi era l’autore materiale  perché quello del mandante l’avevo già. Dopo aver  subito una buona mezz’ora di conversazione tra una donna che aveva perso il suo condor e un agente di polizia , finalmente riuscii a parlare al commissario. Sentivo solo dei grugniti,  presumo di gioia, perché lo stavo letteralmente salvando dal dirigere il traffico .                
Concordai con lui un appuntamento al cinema Lux in fondo alla 42 strada. Poco importa se non sapessi che film proiettavano ,  quello  che sapevo era che quel  posto era  tranquillo. ( Continua )