Piazza Carlo Felice è una piazza di
Torino. Si trova alla congiunzione di
Via Roma con
Corso Vittorio Emanuele II proprio di fronte alla
Stazione Porta Nuova. Intitolata a
Carlo Felice di Savoia re del
Regno di Sardegna, fu realizzata nel
1861 dall'architetto francese
Jean Pierre Barrilet Deschamps nel contesto dello sviluppo della città verso sud che aveva precedentemente portato alla realizzazione di
Piazza San Carlo. È contornata da palazzi ottocenteschi con portici firmati da
Giuseppe Leoni,
Giuseppe Frizzi e
Carlo Promis che, sul lato nord, ben si raccordano alla centrale
Via Roma con un'esedra semicircolare.
Al centro della piazza c'è il Giardino Sambuy. Recintato e organizzato su pianta regolare, è movimentato con ondulazioni del terreno e con un percorso di vialetti in porfido che lo attraversa diagonalmente, offrendo vedute con diverse prospettive. È impreziosito da piante rare, da statue dedicate ad
Edmondo De Amicis, a
Massimo D'Azeglio e a
Ernesto di Sambuy. Sempre all'interno del giardino è presente un orologio floreale dono della città di
Ginevra. Sulla piazza si affacciano molte storiche attività tra cui l'antica Cioccolateria Giordano e l'Hotel Roma, dove nel 1950
Cesare Pavese si tolse la vita. Sotto la piazza è collocata la fermata della Linea 1 di
metropolitana Porta Nuova e l'ampio sistema di parcheggi sotterranei comunicanti che si estende fino a
Piazza Castello. Piazza Castello Progettata nel
1584 da
Ascanio Vitozzi, la piazza s'estende su una superficie di circa 40.000 metri quadrati, facendone la seconda per estensione in città, dopo la
Piazza Vittorio Veneto. Danneggiata durante la guerra civile che insanguinò Torino negli anni
1637-
1640, la piazza fu ricostruita da
Maria Cristina di Francia, madre di
Carlo Emanuele II di Savoia, futuro duca di Savoia. Lei fece ammodernare il vecchio Palazzo di San Giovanni, il
Palazzo Reale, e diede inizio ai lavori per
Palazzo Madama tra il
1645 e il
1646.
La piazza si presentò, per tutto il Seicento e per buona parte del Settecento, divisa in tre settori distinti: la zona più antica, quella in cui confluiva
Via Dora Grossa, oggi
Via Garibaldi, l'altra zona era quella eretta a seguito dell'ampliamento della città verso il fiume
Po, quindi verso
Via Po, ed infine l'ultima area era quella della Piazzetta Reale, al tempo ancora divisa dal resto della piazza da un muraglione in cotto. Questa struttura, costituita da un lungo porticato, era usata dai Savoia come luogo da cui si affacciavano per le manifestazioni pubbliche come le ostensioni della
Sacra Sindone. Tale architettura rimpiccioliva la piazza ma le conferiva un'aria maestosa, chiamata volgarmente Padiglione Reale o Terrazza di Piazza Castello e venne demolita nel 1811 da un incendio sviluppatosi durante i festeggiamenti per la nascita del Re di Roma. Fu poi per volere di
Carlo Alberto che il padiglione venne sostituito da una cancellata in ferro fuso, progettato da
Pelagio Palagi tra il
1835 e il
1842. Altra importante struttura, persa col tempo, era per la manica che univa la Reggia sabauda a Palazzo Madama, percorribile al suo interno dai Savoia, e usata come luogo ove erano collocate le collezioni artistiche. Questa galleria era realizzata in legno, voluta da
Carlo Emanuele I nel 1606 e decorata da
Federico Zuccari, Nicolò Ventura, Giovanni Crosio e Guglielmo Caccia detto Moncalvo. Distrutta a causa degli incendi del
1667 e del
1679 venne ricostruita su ordine di
Carlo Emanuele II ma demolita, infine, dai francesi di
Napoleone.
È proprio nel periodo napoleonico che gli edifici della piazza corsero il rischio di esser rasi al suolo: durante l'occupazione Napoleonica qualcuno suggerì agli ingegneri dell'Imperatore di distruggere Palazzo Reale e Palazzo Madama per destinare il luogo a Campo di Marte. Fortuna volle che Napoleone considerò folle il progetto e i monumenti furono preservati. Già nei primi anni del Novecento la piazza era percorsa da
tram e da automobili, fino al
2000, quando, grazie ad un ampio progetto di riqualificazione del centro cittadino, è stata nuovamente resa pedonale in una porzione consistente. Questa apprezzabile e radicale riorganizzazione della viabilità ha permesso alla piazza di ospitare alcune importanti manifestazioni: nel 2005, ha ospitato la prima tappa del
Festivalbar, mentre per i
XX Giochi olimpici invernali e i
IX Giochi Paralimpici invernali è stato costruito il palco in cui sono stati premiati molti atleti; per quest'occasione la piazza venne rinominata
Medals Plaza (la Piazza delle Medaglie). Dal 2010 ospita il concerto finale degli
MTV Days.
[1][2][3] Edifici storici Piazza Castello è il centro vitale di Torino e, nel periodo della permanenza in città della Corte sabauda, fu il luogo più importante dello Stato piemontese: in essa si trovano, dunque, gli edifici di maggiore importanza e di più grande valore artistico.
Sulla piazza, infatti, s'affacciano, oltre a
Palazzo Reale e, al suo centro,
Palazzo Madama, il
Teatro Regio, il
Palazzo della Giunta Regionale, l'
Armeria Reale, il
Palazzo del Governo (ora sede della
Prefettura), la
Biblioteca Reale, l'
Archivio di Stato, la
Chiesa di San Lorenzo,
Palazzo Chiablese. Gli edifici, eretti nel corso dei secoli, offrono uno spaccato della storia torinese: un esempio per tutti è Palazzo Madama, il cui nome vero sarebbe Casaforte di
Casa Acaia, il quale si erge sulle rovine dell'antica porta romana, trasformata poi in castello
[4]. Palazzo Madama fu poi sede del
Senato Subalpino. Monumenti Nella piazza, tutto intorno a Palazzo Madama, sono posizionati tre grandi monumenti: il primo è, frontale a Via Garibaldi, la scultura dedicata all'Alfiere dell'Esercito Sardo, inaugurato nell'aprile
1859, opera di
Vincenzo Vela. Sul lato in direzione di Via Roma, vi è il monumento al Cavaliere d'Italia, opera di
Pietro Canonica del
1923. Infine, sul lato verso Via Po, vi è l'opera di
Eugenio Baroni dedicata ad
Emanuele Filiberto di Savoia-Aosta. I portici Piazza Castello è circondata per tre lati su quattro da monumentali portici, costruiti in periodi differenti. Quelli adiacenti a Via Garibaldi, i più antichi, furono eretti su disegni del Vitozzi stesso; quelli sui lati di Via Po e il Giardino Reale risalgono invece al regno di
Carlo Emanuele III di Savoia, ovvero alla metà del
XVIII secolo. Solo al
1830 è da porre la prima lastricazione dei porticati e, quindi, della piazza, che prima era lasciata a ciottolato. I portici di ponente furono denominati, fino almeno alla metà dell'Ottocento, con il nomignolo di Portici della Fiera: in questi luoghi, infatti, si tenevano due importanti fiere torinesi, una in occasione del carnevale, l'altra in prossimità dell'Ostensione del
Sacro Lino. In occasione dei
XX Giochi Olimpici Invernali i caratteristici gabbiotti posti all'interno delle arcate dei portici