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Il Mistero dei Pensionati ( capitolo ventesimo )


 Dopo una nottata intera il nostro caro agente uscì dalla stanzetta degli interrogatori con  le sue orecchie  che fremevano. “ Capo, ha confessato , ecco la sua dichiarazione con tanto di firma “  e mise sul tavolo di Manetta il verbale. Il nostro sorriso era spuntato assieme all’alba. “ Come hai fatto diavolo di un Gable ? “ domandò il commissario.                
“ Non è stato facile lo devo ammettere, ma quando le ho giurato che l’avrei seppellito vivo in un campo  pieno di aglio con tanto di crocifissi esistenti nel nostro pianeta ,  ha ceduto. Dapprima non mi ha creduto, ma quando ho chiamato l’amico Flinstone  ( che fa l’ortolano , ordinandogli un paio di kg) e Padre Brown , ha capito che non scherzavo “.                   
“ Bravo , devo ammettere che ero scettico verso  te. Mi devo ricredere agente, secondo me Hollywood è pronta per la tua comparsa “  dicendo questo gli strinsi la mano. “ Bene, ora abbiamo l’assassino e uno dei mandanti , andiamo ad arrestarlo “ disse Manetta mentre si accendeva l’ennesimo sigaro. In breve tempo  giungemmo all’Agenzia delle Pensioni .                    
Circondammo l’edificio e aspettammo che arrivasse il soggetto interessato ma passarono un  paio di ore prima di vederlo spuntare sulla sua Cadilac dorata. Pensai che certa gente è fortunata, veramente fortunata,  hanno stipendi da sogno e viaggiano su auto meravigliose . “ Andiamo “ esclamò Manetta , seguito dai suoi agenti. In un attimo il Direttore fu circondato. Rimase stupito e balbettando domandò cosa volessero . “ Lei è il signor Teach Pasqua detto " Mastro " vero ? “ chiese il commissario.                   
Dapprima tentò di negare, ma la sua segretaria stile Jane Mansfield disse  : “ Signore, non si ricorda che si chiama così ? Sapete il poveretto lavora troppo e ogni tanto ha dei vuoti di memoria, scusatelo “. La sua voce era come una piantagione di zucchero, ovvero dolcissima. Pasqua la fulminò con uno sguardo ed esclamò : “ Lei è una cretina. Licenziata all’istante “. La sua voce risuonava forte e parecchia gente si affacciò dalle finestre degli uffici per vedere cosa stava succedendo. “ Non faccia così, per licenziare bisogna essere ancora direttori e su questo ho seri dubbi “ lo dissi mentre il mio braccio stringeva la cara segretaria. ( Continua )