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Il Teatro Regio di Torino è il teatro lirico della città di
Torino, nonché uno dei più grandi ed importanti d'
Italia, ed uno dei teatri italiani più rilevanti nel panorama europeo ed internazionale. Costruito nel
1740, è stato distrutto da un incendio nel
1936 e ricostruito nel
1973 della costruzione originale rimane la facciata, attualmente parte del sito seriale
UNESCOResidenze Sabaude iscritto alla Lista del
Patrimonio dell'Umanità dal 1997. Le origini del Teatro risalgono all’inizio del XVIII secolo quando
Vittorio Amedeo II decise di commissionare all’architetto
Filippo Juvarra la progettazione e la costruzione di un nuovo grande teatro nell’ambito del più generale riassetto urbano della Piazza Castello. L'intento venne però perfezionato solo qualche anno più tardi da
Carlo Emanuele III (incoronato re nel
1730) il quale, in seguito alla morte di Juvarra, scelse di affidare il progetto all’architetto
Benedetto Alfieri con la richiesta di progettare un teatro di grande prestigio. Il «Regio Teatro» di Torino, edificato nel tempo record di due anni, venne inaugurato il 26 dicembre
1740 con l'Arsace di
Francesco Feo, diventando subito un punto di riferimento internazionale per la capienza – circa 2.500 posti tra platea e cinque ordini di palchetti –, le magnifiche decorazioni della sala fra le quali spiccava la volta dipinta da
Sebastiano Galeotti, gli imponenti scenari e le attrezzature tecniche, nonché la qualità delle rappresentazioni.
In seguito a cinque anni di chiusura (
1792/
1797) il Regio cambia nome più volte, rispecchiando gli eventi storici: nel
1798 diviene Teatro Nazionale, nel
1801GrandThéâtredesArts e nel
1804ThéâtreImpérial. Nel clima moralizzatore degli anni repubblicani è abolito il gioco d’azzardo e viene proibito l’ingaggio dei castrati (che torneranno in epoca imperiale). In repertorio continuano a esserci opere italiane, con libretti rimaneggiati più o meno superficialmente in senso giacobino.
Napoleone Bonaparte presenzia agli spettacoli in tre occasioni e giungono a
Torino interpreti di prima grandezza, come il soprano
Isabella Colbran, il tenore
Nicola Tacchinardi e il coreografo
Salvatore Viganò. Con la
Restaurazione, il teatro rientra in possesso dei
Savoia. All’epoca di
Carlo Felice, grande appassionato di musica, calcano le scene del Regio virtuosi come
Giuditta Pasta e
Domenico Donzelli, ma nell’Ottocento Torino perde importanza rispetto a Milano, Napoli e Venezia. Sotto
Carlo Alberto la sala riceve un’impronta neoclassica (sottolineata dai lavori di rifacimento affidati a
Ernesto Melano e
Pelagio Palagi). Alla metà del secolo vengono introdotte alcune novità nella programmazione: si passa alla stagione di Carnevale-Quaresima, articolata in cinque o più opere, ora prevalentemente di repertorio (e non più scritte appositamente per il Teatro). Inoltre a partire dal
Barbiere di Siviglia rossiniano (
1855), il Regio si apre all’opera buffa. Un nuovo restauro, realizzato da
Angelo Moja nel
1861, cancella le modifiche palagiane conferendo alla sala una veste “neobarocca”. Nel
1870 la proprietà del Regio passa al Comune di Torino; in questi anni la storia del Teatro si intreccia con quella dell'Orchestra Civica e dei Concerti Popolari ideati da
Carlo Pedrotti, il quale apporta forti innovazioni nel repertorio introducendo nella programmazione la musica di
Richard Wagner e
Jules Massenet. Nel nome di Wagner è pure l'esordio in Teatro di
Arturo Toscanini, che collabora con l'Orchestra dal
1895 al
1898 e che il 26 dicembre
1905, dopo i lavori di ristrutturazione guidati da
Ferdinando Cocito, inaugura la nuova sala con il
Sigfrido.
Altri autori significativi nella storia del Regio sono
Giacomo Puccini, che tiene a battesimo a Torino
Manon Lescaut (
1893) e
La bohème (
1896), e
Richard Strauss, che nel
1906 dirige
Salomè in prima italiana. L'ultima grande "prima" ospitata dal Regio antico è
Francesca da Rimini di
Riccardo Zandonai, su libretto di
Gabriele D'Annunzio (
1914). Dopo la chiusura nel periodo bellico, il Teatro si dedica a opere di repertorio. Nella notte tra l'8 e il 9 febbraio
1936 il Teatro viene distrutto da un violento incendio: saranno necessari quasi quarant'anni per la sua ricostruzione Dopo l’incendio del
1936, si pone il problema di stabilire a chi affidare il progetto di ricostruzione del Teatro. Il bando di concorso, pubblicato nel
1937, viene vinto dagli architetti
Aldo Morbelli e
Robaldo Morozzo della Rocca. Nonostante continui aggiornamenti, e perfino una cerimonia di posa della prima pietra nel
1962, il loro progetto non si sarebbe mai concretizzato: nel
1965, infatti, l’amministrazione comunale promuove una nuova soluzione con l’affidamento dell’incarico all’architetto
Carlo Mollino e agli ingegneri
Marcello Zavelani Rossi e
Adolfo Zavelani Rossi, che saranno affiancati da Carlo Graffi e, per le strutture, da
Sergio Musmeci e F. Bertone. I lavori hanno inizio nel settembre
1967 per concludersi nei primissimi mesi del
1973. Il nuovo Teatro Regio viene inaugurato dal presidente della Repubblica dell'epoca,
Giovanni Leone, il 10 aprile
1973 con l’opera di
Giuseppe VerdiI vespri siciliani, per la regia di
Maria Callas e
Giuseppe Di Stefano. Per una fatalità del destino, Mollino muore il 27 agosto dello stesso anno.
. Il restauro del '96 nonostante varie discussioni in merito , permise un grande miglioramento dell'acustica della sala (che negli anni fu oggetto di aspre critiche e di lamentele da parte degli artisti succedutisi sul palco del Regio) Contemporaneamente si aggiornarono anche le dotazioni tecnologiche e tutti gli impianti furono messi a norma di legge. L'aver almeno in parte snaturato il disegno molliniano della sala permise tuttavia quindi di disporre, anche 40 anni dall'inaugurazione, di uno dei teatri più versatili e tecnologicamente avanzati d'Europa.
Dal 1973, l’attività produttiva si è progressivamente incrementata, fino alle ricorrenze che hanno segnato la storia degli ultimi anni del Regio: nel
1990 il 250º anniversario dalla sua fondazione, nel
1996 il centenario dalla “prima” assoluta della
Bohème in diretta tv, nel
1998 i 25 anni del nuovo teatro (con un importante restauro acustico), nel
2006 la straordinaria avventura dei
XX Giochi Olimpici Invernali e delle Olimpiadi della Cultura. . .