Nato come Museo Nazionale dell'Automobile, prende origine da una proposta avanzata durante il congresso indetto dall'Automobile Club di Torino nel
1932, per celebrare coloro che avevano conseguito la patente di guida da almeno 25 anni. Latori della proposta furono due pionieri del motorismo italiano,
Cesare Goria Gatti e
Roberto Biscaretti di Ruffia, entrambi cofondatori dell'
Automobile Club e della
Fiat. Nel
1933Giuseppe Acutis, presidente dell'
Associazione dei Costruttori di Autoveicoli, invitò Carlo Biscaretti di Ruffia e
Giuseppe di Miceli, allora direttore dell'Automobile Club di Torino, ad organizzare una Mostra retrospettiva nell'ambito del Salone di Milano.
Carlo Biscaretti riuscì ad ottenere in prestito una trentina di vetture che furono presentate al Salone, sollevando grande interesse nel pubblico.
Il 19 luglio
1933 la Città di Torino deliberò di fondare il museo, nominando un apposito comitato promotore ed ottenendo l'approvazione del
Capo del Governo,
Benito Mussolini, che personalmente impose la denominazione "Museo Nazionale dell'Automobile". Pochi giorni dopo, il podestà di Torino,
Paolo Thaon di Revel, affidò a Carlo Biscaretti l'incarico di "ordinatore provvisorio", che sarebbe durato vent'anni. Il problema principale era trovare una sede adatta, l’indirizzo cambiò altre quattro volte prima di approdare a quello definitivo di corso Unità d'Italia)
Durante la
seconda guerra mondiale la collezione rimase pressoché intatta sia durante i bombardamenti sia durante la successiva presenza delle truppe alleate, ma la biblioteca e l'archivio andarono in parte distrutti o dispersi. Dopo il conflitto, si ritornò a parlare di una nuova sistemazione e di una strutturazione definitiva dell'ente. L'Associazione dei Costruttori cominciò ad interessarsi del museo e nel luglio
1955 decise di promuovere la costruzione una nuova sede. Il terreno fu trovato in corso Unità d'Italia, di proprietà del
Comune di Torino; i finanziamenti furono assicurati dalle fabbriche di automobili e dalla
famiglia Agnelli, alle quali si aggiunsero presto le case di pneumatici, le compagnie petrolifere, le banche cittadine ed altri enti.
Mentre cominciavano i lavori per la costruzione, l'Ente venne rifondato e rinominato "Museo dell'Automobile", nel 1957Carlo Biscaretti di Ruffia fu nominato presidente del
consiglio di amministrazione. Alla sua morte, avvenuta nel settembre
1959, il consiglio deliberò all'unanimità che l'istituzione portasse il suo nome, a ricordo del suo impegno per la costruzione del museo. Il museo fu solennemente aperto al pubblico il 3 novembre
1960.]Nel corso della sua storia, il museo si è arricchito di nuove sezioni: il centro di documentazione e la biblioteca. Nel
1975 la biblioteca ed il centro si sono notevolmente arricchiti di libri,
documenti originali e fotografie, grazie al lascito Canestrini. Negli ultimi anni sono diventati sempre più evidenti i limiti dell'edificio, soprattutto per la mancanza di spazi espositivi, ormai saturi. Nel
2003 viene approvata la ristrutturazione del museo da parte della Città di Torino
[8] e il 10 aprile
2007 il
museo viene chiuso al pubblico per avviare un grande processo di ristrutturazione che lo riguarderà per 3 anni fino al 19 marzo
2011. La sede che sorge sulla sponda sinistra del
Po a poca distanza dal
Lingotto, dal
1960 ospita il Museo dell'Automobile di Torino ed è tra i pochi edifici costruiti appositamente per ospitarvi la collezione di un museo e rappresenta anche un esempio particolare di
architettura moderna. Il progetto è opera dell'architetto
Amedeo Albertini, autore, a Torino, anche del palazzo
SAI, dello stabilimento
Lavazza, e degli uffici
RIV Furono due i fattori presi in considerazione per l'avvio del progetto: la posizione panoramica verso il fiume Po e la collina, ed il particolare carattere del materiale da esporre che non si adattava ad un ambiente raccolto e delimitato ma che evocava già di per sé il concetto di grandi spazi. L'edificio, nel suo progetto originale del 1960 è caratterizzato quindi da un'imponente facciata rivestita in pietra, di forma convessa sviluppata in lunghezza, che dà l'illusione di essere sospesa su una vetratura sottostante.
Nel
2011 la sede del museo viene riaperta dopo una corposa
ristrutturazione che ha riguardato quasi tutte le parti dell'edificio originale, mantenendole intatte ma pesantemente rivisitate al loro interno. La facciata, sebbene abbia ricevuto degli ammodernamenti, è rimasta invariata L'esposizione del museo viene completamente rivista nella ristrutturazione dello stesso e, in veste completamente rinnovata, riapre al pubblico nel
2011. Le automobili sono disposte in più di 30 sale allestite con scenografie e installazioni dove le vetture vengono contestualizzate. Sebbene la collezione permanente del museo comprenda più di 200 vetture,[di queste ne vengono esposte circa 160; le altre vengono conservate nel cosiddetto Garage ricavato nel piano interrato del nuovo edificio (insieme alla Scuola di restauro) e visitabile su esplicita richiesta. Oltre alle vetture della collezione permanente il museo ha pure un'esposizione temporanea, dove espone
concept car,
modellini o
concept sulla mobilità. Ma le automobili non sono le uniche protagoniste, durante il percorso espositivo vengono illustrati motori e altri componenti dell'automobile o oggetti legati ad essa. L'esposizione attraversa tre secoli di storia, espone automobili prodotte tra il
1769 e il
1996 (esclusi i concept e le vetture in esposizione temporanea). Tutti i modelli esposti sono originali firmati da più di 80
case automobilistiche diverse L'
automobile e il
Novecento: Questa sezione della mostra parla della storia dell'automobile, dalla nascita della stessa alle passioni e ai cambiamenti tecnologici e agli avvenimenti che l'hanno cambiata. L'
uomo e l'automobile: Al primo piano della struttura viene trattato il rapporto fra uomo e l'automobile, non solo il lato emotivo e le passioni, ma anche la funzione dell'auto, come è costruita e di cosa è costituita e perché. L'automobile e il
design: Nell'ultima sezione del percorso espositivo viene trattato il sempre più grande rapporto che c'è fra l'automobile e il
disegno industriale, dalla fase creativa e
stilistica a quella
metaprogettuale alla
progettazione vera e propria. · Il nuovo centro di documentazione (al quale è dedicata un'area di 800 m2 raccoglie al suo interno schede tecniche e storiche, fotografie, documenti, atti societari, libretti di uso e manutenzione, tariffari, manuali per le riparazioni, dépliant commerciali di vendita, schemi costruttivi, articoli, riferimenti bibliografici, albi d'oro, classifiche, biografie e tutto ciò di relativo all'automobile che è stato possibile raccogliere nel corso degli anni. Nel piano interrato, creato insieme al nuovo edificio grazie al restauro del 2011, è presente, in un'area di quasi 2000 m2 i l cosiddetto Garage dove vengono conservate il patrimonio del museo non esposto. Queste auto, che fanno parte della collezione permanente del museo ma che per motivi logistici non vengono esposte, possono essere comunque visitabili ma solo tramite esplicita richiesta.