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La donna di via Fabrizi 23 ( capitolo tre )


  La notte era scesa su Torino, pochissima gente camminava per strada ,  le milizie fasciste facevano la ronda . Ascoltai un po’ di radio, poi decisi di andare a dormire anche se i miei pensieri erano rivolti al tizio dell’appartamento. Chi mai affitta un alloggio per poi andarci saltuariamente e poi ,  per quale motivo ? Il sole finalmente era spuntato, un caffè , una lettura del giornale, dove non faceva nessun accenno alla morte della donna. Trovai strana la cosa, perché i giornalisti ci vanno a nozze  specialmente se è un caso di omicidio.“ Buongiorno commissario, il questore  desidera sentirla , dice che è urgente “ .“ Buongiorno a te Tirdi, senti fammi un favore, cercami l’indirizzo di questa signora :Elena Boffi , era la cameriera di Brizzo, il misterioso proprietario dell’altrettanto alloggio di via Fabrizi “ .Posai il soprabito e andai dal questore. L’incontro con lui mi puzzava, di solito queste cose portavano rogne del tipo : non ha trovato l’assassino ?  Cosa aspetta ? Oppure : lasci perdere è meglio passiamo l’inchiesta ad altri settori. Non so perché ma avevo il vago sospetto che la seconda ipotesi fosse quella che mi competeva. “ Buongiorno Berardi, si segga prego. E’ stata  convocata qui per il presunto omicidio della donna “ . Mi sedetti  e risposi cosa volesse sapere . “ Vede ho saputo che lei è convinto che è un omicidio, a me invece risulta che è stato un suicidio…” disse il questore .Non lasciai finire la frase e gli domandai chi le avesse detto questa falsità .“ Non si preoccupi di chi me lo ha riferito, è una persona affidabile . “ rispose in tono aspro.“ Non sono affatto d’accordo con lei, anche il dottor Stresi che ha effettuato l’autopsia propende per l’omicidio, se ha letto il suo verbale denuncia  , che la donna aveva in corpo un eccesso di  droga inspiegabile , inoltre non abitava in quella palazzina ,   la borsa  le è  stata rubata, non sappiamo come si chiama ne dove abitasse “ . “ Vede Berardi, lei è un bravo commissario ma a volte si lascia prendere la mano, mi dia retta , archivi il caso “. Mi alzai sdegnato , non dissi una parola , l’unica cosa che feci fu sbattere  la porta mentre uscivo dal suo ufficio .  Nel corridoio trovai Tirdi  che  mi stava cercando. Aveva trovato  l’indirizzo dell’ ex cameriera. “ Bravo   Tirdi , ti meriti un pranzo da Mamma Gilda “ dissi sorridendo.“ Grazie, commissario. Come è andata con il questore ? Mi è parso di sentirlo urlare .“ “ Tranquillo, sai che quello sbraita sempre “ non accennai al fatto che avremmo dovuto archiviare il caso.La cameriera o meglio l’ ex cameriera di Brizzo , si chiamava Elena Bonfi, abitava in via Mazzini numero sei. Mi recai dopo verso l’ora di pranzo, ebbi la fortuna di trovarla. “ Prego commissario , in cosa posso aiutarla ? “ mi domandò facendomi accomodare nell’unica stanza cui abitava.“ So che lei ha lavorato per un certo Ettore Brizzo . Volevo informazioni su di lui “ risposi.Notai sul suo volto un lieve sdegno, come una repulsione a sentire questo nome.“ Vede commissario, ho lavorato per questo…diciamo questo signore. E’ stato tempo addietro, un paio di anni fa esattamente, andavo nel suo alloggio due volte alla settimana non di più . Entravo sempre dal lato cortile, non ho mai fatto domande del perché non potessi entrare dal portone principale “.“ Perché se ne è andata via ? “.La risposta tardava ad arrivare , le dissi di non preoccuparsi, tutto quello che mi diceva rimaneva in via confidenziale tra me e lei.“ Mi licenziai perché era un porco, un maiale della peggiore specie . Non so se mi capisce ! “ rispose la donna.Feci  cenno di si con il capo e la esortai ad andar avanti .“ Quell’alloggio serviva solo per scopi immorali e biechi. Portava donne a pagamento  e faceva i suoi comodi. Che schifo di uomo “. “ Non è solo per quello che lei se ne andò vero ? “ avevo un vago sospetto sull’altro motivo ma glielo domandai per avere una conferma. “ Si, esatto, era anche per via che  Brizzo faceva uso di droga , usava metterla nel bicchiere di quelle sventurate oppure  le convinceva a farsi delle iniezioni nel braccio  e poi…mio Dio..Una volta mi chiese di aiutarlo ad accompagnare quella poveretta all’uscita del portone , non si reggeva in piedi..” si portò le mani al volto, stava piangendo.  “ Capito Tirdi , il nostro caro Brizzo ? Si portava le donne , poi le drogava e alla fine le violentava  “ .Tirdi mi guardò sconcertato , non riusciva a pensare che esistessero persone di quello stampo . “ Dobbiamo trovarlo , la cameriera mi ha detto che di solito bazzicava il Gallo  ,  il bar che si trova in Piazza Felice  “ dissi  all’agente.“ Si , so qual è. Fanno dell’ottimo caffè ,e ammetto è sempre pieno di belle signorine, se mi permette  “.“ Perfetto , ci andremo insieme. Hai mandato la foto della donna ai giornali ? Prendiamo un paio di foto  a testa e proviamo a farle vedere in quel bar. Dai , andiamo ora “.Il Bar era situato davanti ai giardinetti, il bel tempo invogliava la gente a fare una passeggiata. Entrammo , il locale non era completamente pieno di clienti. Domandammo al titolare se per caso conosceva Brizzo, avevamo solo dei connotati sull’aspetto fisico : alto, capelli scuri, occhi color verde, corporatura esile. Il titolare rispose di no, dicendo che  passano tanti clienti  ed è difficile ricordarseli tutti. “ E’ uno che va in cerca di donne “ disse Tirdi.Il titolare rise di gusto dicendo :  “ Chi non ci andrebbe ? “.“ Senta, la conosce questa donna “ dissi mentre gli  facevo vedere la fotografia. La guardò a più riprese poi rispose : “ Non vorrei sbagliarmi ma questa è la Titti . Aspetti un attimo che chiedo al mio aiutante. Luciano  , vieni qui per favore. Guarda questa fotografia non ti sembra che la conosciamo ? “ .L’aiutante la guardò ed esclamò : “ E’ la Titti.  E’ da un paio di giorni che non la vediamo. Le è successo qualcosa ? Spero di no, era gentile , lasciava sempre la mancia “.“ L’hanno uccisa  ! Stiamo dando la caccia a un certo Ettore Brizzo , ma  anche l’aiutante non ricordava una persona con la  descrizione fatta da noi . “ Commissario, prendetelo quel bastardo chiunque sia. Era una brava donna, non faceva del male a nessuno “.  Ricevetti una telefonata a casa verso sera, avevo appena finito di cenare. “ Buonasera Berardi, mi scuso per l’ora inconsueta , ma…ma ..avrei bisogno di parlare  con voi a quattr’occhi “.Non rimasi stupito tanto dalla chiamata ma quanto dalla parola “ quattr’occhi “.“ Buonasera signor Questore , nessun problema stia tranquillo. Vuole venire da me ? Sto mettendo su il caffè, certo non è ottimo come quello che fa Tirdi, ma è bevibile “. “ Veramente avevo pensato..ma si va bene sarò da lei tra una mezz’oretta . L’indirizzo è sempre quello vero ? “ domandò con la voce leggermente tremante.“ Si, sempre quello , a dopo ,  buonasera “. Incominciai a pensare cosa potesse portare il questore  a casa mia, di sera e in privato. Indubbiamente riguarda l’inchiesta della donna morta, questo ne sono sicuro , ma c’è anche dell’altro e credo di non sbagliare affatto .Suonò il campanello nello stesso istante che la caffettiera bolliva. “Prego signor questore,si accomodi “.“ Buona sera commissario , mi scusi l’ora ma è una questione delicata “ . Notai che il volto dell’ospite era tirato , teso e pallido . Guardai la luna in cielo e per un attimo ebbi la sensazione che avevano lo stesso colore.“ Prego, si segga pure. Ecco il caffè , zucchero ? “.“ Grazie , lo bevo amaro, le ultime analisi del sangue denunciano che ho qualcosa che non va “. Lo sguardo era vacuo e  tergiversava nell’andare subito al punto . “ Lei è venuto per l’inchiesta di via Fabrizi vero ? “ .“ Si, caro Berardi, ma sono qui  ,  in via privata non ufficiale  , questo le deve essere chiaro “ .“ Certamente, quello che dirà rimarrà  tra me e lei. Conosceva la donna vero ? “ domandai a bruciapelo.Il bianco sul volto del questore divenne ancora più accentuato, e per un pelo non le sfuggì di mano la tazzina.  ( Continua )